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venerdì 9 luglio 2021

Kalevala. Una breve presentazione - Completo

Condividiamo con i nostri lettori l'articolo completo sul Kalevala. Per accedervi basta cliccare sul seguente link:

https://drive.google.com/file/d/1tKYBm8TVD27FC1dqGKiKHkvS7Yz61qdW/view?usp=sharing

 


 

Kalevala. Una breve presentazione - parte III

Fra i principali leitmotiv dell’opera vi è quello del viaggio verso il Pohjola (v. Pohja) e il reame dei morti, Tuonela (v. Tuoni). I due suddetti reami complementari ma opposti sono parte di una complessa cosmologia[9]. Il mondo, originatasi da un uovo, presenta una complessa stratificazione.
Fra le varie sezioni del mondo finnico (cfr. n. 9) è il mondo degli uomini, il cui estremo nord coincide con il reame di Pohjola, a essere indissolubilmente legato al mondo dei morti, il reame di Tuonela.
Stando agli antichi canti raccolti da Elias Lönnrot, il Pohjola[10] - o landa del Nord - è dimora di quelle fanciulle che gli eroi provenienti dal reame di Kalevala sono soliti prendere in moglie. La strega Louhi regna sul suddetto reame e fui lei a commissionare al fabbro Ilmarinen, come dote per aver sposato sua figlia, una macina da cui si genera eterna abbondanza, il Sampo. Seppure gli antichi canti non restituiscano un preciso posizionamento geografico del suddetto reame, Lönnrot, sulla base dei racconti scandinàvi che identificavano gli antichi Finni come stregoni, cercò di comprendere se gli abitanti del Pohjola fossero Sami oppure Finni e dunque di collocare nello spazio esistente la landa del Nord. Tralasciando ciò, è importante ricordare di come il “nord” abbia da sempre ricoperto un ruolo primario nell’immaginario finnico; basti pensare al nome e al motto del secondo gruppo di volontari finlandesi che prese parte alla guerra d’indipendenza estone del 1919[11]. Ragionando in questi termini, ecco che il Pohjola diviene manifestazione della tremenda spinta metafisica che avvince i guerrieri sul campo di battaglia[12].
Per quanto concerne il reame di Tuonela, il suddetto è una landa delimitata da un fuime scuro è lì regna Tuoni con Tuonetar, la sua sposa. Nel reame di Tuenela vanno a dimorare in eterno le anime dei morti, senza che vi sia distinzione alcuna fra individui retti ed empi: entrambi condividono lo stesso fato, quello di vagare nella landa di Tuoni in forma di spettri. Nel 19esimo canto del Kalevala si narra di come Väinämöinen fosse giunto nel Tuonela per acquisire la conoscenza dei defunti - un leitmotiv comune anche alla tradizione scandinàva. Nel 14esimo canto l’eroe Lemminkäinen giunge dinanzi al nero fiume che circonda e protegge il reame di Tuonela allo scopo di uccidere un cigno che lì dimora - è questa l’ultima prova affidatagli dalla strega Luohi, sovrana di Pohjola, come pegno per la mano di una delle sue figlie. Lemminkäinen muore nell’impresa ma il suo corpo spezzato verrà ricomposto da sua madre e l’eroe tornerà nuovamente a vivere. Si può leggere in ciò un flebile rimando al fatto che la tremenda spinta metafisica che avvince i guerrieri sul campo di battaglia spesso è accompagnata dalla presenza tangibile della morte e che solo tramite una diretta esperienza della stessa è possibile nascere a nuova vita (cfr. n. 12).

 

Note:


[9] La cosmologia del mondo secondo la mitologia finnica è alquanto complessa. Ne segue una rappresentazione:

Taivaankannet = composto di taivaan (i.e. genitivo singolare del sostantivo taivas, “cielo”) e di kannet (i.e. nominativo plurale del sostantivo kansi, “coperchio, volta [celeste]”). Il sostantivo taivaankannet (i.e. “volte celesti”) va a designare il firmamento che è formato da più cieli sovrapposti, sei o nove di numero.

Lintukoto = composto di lintu- (i.e. apocope di lintujen, genitivo plurale del sostantivo lintu, “uccello”, privato della sua desinenza) e di koto (i.e. nominativo singolare del sostantivo kota, arc. per “casa”). Il sostantivo lintukoto (i.e. “casa degli uccelli”) designa quel velo, posto fra il mondo e il firmamento, che è dimora invernale dei volatili che lì vanno a svernare.

Maailmanpylväs = composto di maailman (i.e. genitivo singolare del sostantivo maailma, “mondo”) e di pylväs (i.e. nominativo singolare di pylväs, “pilastro, colonna”). Il sostantivo Maailmanpylväs (i.e. “pilastro del mondo”) designa l’Axis Mundi. Nella cosmologia finnica, quest’ultimo è collegamento diretto fra il reame di Pohjola e la stella polare che è perno per la volta celeste. Quest’ultima, sorretta dall’Axis Mundi, ruota attorno alla stella polare e da questo moto nelle acque del mondo si genera un vortice che ha nome Kinahmi (i.e. nominativo singolare del sostantivo kinahmi, arc. per “mulinello, vortice”) da cui poter discendere nel reame di Tuonela.

[10] Finn. composto di pohjois- (i.e. prefisso derivante dalla contrazione del sostantivo pohjoinen, “nord”) e di -la (i.e. suffisso che genera sostantivi identificanti un dato luogo).
L’altro nome con cui è noto il reame di Pohjola, ossia Pohja, deriva dal sostantivo finn. pohja, “fondo, nord (poetico)”.

[11] Il motto del Pohjan pojat - all’epoca sotto il comando dell’estone Hans Kalm - era appunto «Hakkaa päälle, pohjan poika!», ossia «Spazzateli via, oh figli del Nord!», un detto risalente forse all’epoca della guerra dei Trent’anni.

[12] La suddetta è una suggestione propria dell’Autore di questo articolo, non vi sono prove tangibili per poterla validare.

[13] Finn. composto di tuone[n] (i.e. genitivo singolare del sostantivo tuoni, “morte (poetico”) e di -la (i.e. suffisso che genera sostantivi identificanti un dato luogo).
L’altro nome con cui è noto il reame di Tuonela, ossia Tuoni, deriva dal sostantivo finn. tuoni, “morte (poetico)”.

[14] Kalevala, runo XV.

Kalevala. Una breve presentazione - parte II

 «Il modo in cui i canti alla base del Kalevala venivano recitati trova le sue radici nella tradizione sciamanica dei Finnici: un primo cantore e un secondo cantore battono il tempo con le mani eseguendo i canti in canone, accostandovi formule magiche e incanti. È questo un uso che ricalca - tranne che nel nome dei due praticanti - quello delle figure più arcaiche dello sciamano e del suo aiutante. Le consuetudini sciamaniche storicamente si costruivano attorno all'uso di tamburi e al canto, due peculiarità che sono proprie dei laulajat[5] finlandesi»[6]. Gli stessi protagonisti dei runi del Kalevala erano sciamani e cantori, primo fra tutti Väinämöinen a cui si deve la fabbricazione del secondo kantele[7], su ispirazione del primo kantele realizzato dal fabbro Ilmarinen. Si può dire che per quei cantori rurali con cui Elias Lönnrot entrò in contatto nel corso dei suoi viaggi, il recitare gli antichi canti avesse ancora una forte connotazione sacrale. È importante ricordare che spesso la figura del cantore kareliano collimava spesso con quella di guaritore-consigliere.
 
Con il suo sesto viaggio, da lui compiuto sul finire del 1834, Elias Lönnrot concluse la sua prima raccolta di canti che pubblicò fra il 1835-1836 in due volumi con il titolo di Kalewala, taikka Wanhoja Karjalan Runoja Suomen Kansan muinoisista ajoista (i.e. Il Kalevala, ossia antichi poemi kareliani sui tempi passati delle genti finlandesi). Subito dopo la pubblicazione di questa prima edizione, Lönnrot continuò a raccogliere testimonianze orali sinché nel 1849 pubblicò una nuova versione della raccolta ampiamente rimaneggiata. Secondo lo storico Väinö Kaukonen, un 3% dei versi di questa nuova versione fu composto autonomamente dallo stesso Lönnrot senza far riferimento a varianti di qual sorta, un 14% fu composto dal Lönnrot basandosi sulle varianti esistenti dei vari canti, un 50% subì un minimo rimaneggiamento per renderlo più comprensibile al lettore finlandese ignaro del dialetto kareliano e l’ultimo 33% rimase intaccato[8].

 

Note:

[5] Finn. nominativo plurale del sostantivo laulaja "cantore, cantante", in questo caso "cantore".

[6] cfr. R. Giddings, Sami Culture. «Shamans of the Kalevala: a Cultural Analysis» [In rete] https://www.laits.utexas.edu/sami/diehtu/siida/shaman/kalev.htm (11 Giugno 2021):

The manner of delivery for the songs which constitute the basis for the Kalevala has roots in the shamanic tradition of the Finns, with a foresinger and aftersinger clutching hands as they invoke the songs, charms and incantations which mirror the precursor roles of shaman and shaman’s helper in everything but name. Shamanic tradition historically relies on drumming and singing, both of which characteristically are featured in the Finnish laulajat.

N.B. Sull’argomento si consiglia: https://www.spiritboat.ca/2012/04/the-rise-of-kalevala-era-shamanism.html?m=1.

[7] Strumento musicale tipico della tradizione ugrofinnica. La creazione del secondo kantele è narrata nel quarantaquattresimo runo

[8] cfr. V. Kaukonen, Lönnrot ja Kalevala, in «Finnish Literature Society», 1979.

Kalevala. Una breve presentazione - parte I

Alla stregua di quanto stava accadendo in tutta Europa, con la riscoperta da parte del mondo accademico del materiale epico-mitologico afferente al popolo germanico e a quello celtico, anche in Finlandia si venne a creare una raccolta dei canti legati alla tradizione ancestrale delle genti che un tempo l’abitavano. Filologo nato in una povera famiglia nella Finlandia del Sud nei primi dell’800, in un’epoca in cui la Finlandia era ancora un ducato sotto il controllo dell’Impero russo e la lingua ufficiale era lo svedese[1], Elias Lönnrot prese l’impegno, assieme ad altri intellettuali, a strutturare le basi per la nascita di una coscienza nazionale finlandese.
Lo sforzo principe compiuto da Lönnrot fu quello di riunire in un unico corpus quei vari canti epici della tradizione orale della Karelia e del resto della Finlandia orientale il cui materiale poetico risaliva a più di tre millenni fa. I suddetti iniziarono a essere messi parzialmente per iscritto sin dai primi anni del secolo XVII da figure vagamente interessate alla materia ma fondamentalmente sino al secolo XIX rimasero per lo più diffusi per via orale. Fra il 1828 e il 1834, Elias Lönnrot compì sei viaggi in varie zone della Karelia con lo scopo di mettere per iscritto l’epica kareliana e salvarla dalle nebbie del tempo.
Numerosi erano i cantori kareliani che mantenevano intatta questa tradizione; fra tutti questi spiccava Arhippa Perttunen il quale nel 1834, durante il quinto viaggio compiuto da Lönnrot nella Finlandia rurale dell’Est, cantò nel dialetto careliano alcuni dei poemi di sua conoscenza. Questi, dotato di un’eccezionale memoria, recitò un numero elevatissimo di versi dinanzi a Lönnrot. Stando allo studioso Väinö W. Salminen, i versi che Arhippa Perttunen conservava nella sua virsilippaansa[2] ammontavano a più di diecimila, un repertorio quindi sconfinato[3]. Si può affermare con certezza che ben un terzo dei versi contenuti nei runi[4] della prima edizione del Kalevala è da attribuire al Perttunen.

 

Note:

[1] Prima di passare all’Impero russo, in seguito alla guerra di Finlandia fra Svezia e Russia del 1808-1809, il granducato di Finlandia era territorio svedese.

[2] Finn. composto di virsi - troncamento di virsien, genitivo plurale del sostantivo virsi “canto, inno sacro” - e lippansa - possessivo di terza persona singolare del sostantivo lipas “baule, scrigno”; insomma “scrigno dei canti”, metafora per ‘memoria’.

[3] cfr. H. Sihvo, Karjala - Laulun ja sanan maa, Karisto Ed., 1983, ISBN 9512320894, pp. 11-16.

[4] I runi (dal finn. runo - sostantivo che sta a indicare un poema o una sua sezione; nom. plur. runot) sono i vari canti di cui il Kalevala è composto. I suddetti sono in tetrametri trocaici, aventi però foggia peculiare, e venivano eseguiti dai cantori su due linee melodiche antifoniche costruite sulla serie musicale del pentacordo. Il ritmo della melodia era solitamente in cinque quarti ed il tutto era accompagnato dal kantele, strumento a corde della tradizione finlandese la cui creazione è da attribuirsi allo stesso Väinämöinen (uno dei protagonisti del Kalevala).