Alla stregua di quanto stava accadendo in tutta Europa, con la riscoperta da parte del mondo accademico del materiale epico-mitologico afferente al popolo germanico e a quello celtico, anche in Finlandia si venne a creare una raccolta dei canti legati alla tradizione ancestrale delle genti che un tempo l’abitavano. Filologo nato in una povera famiglia nella Finlandia del Sud nei primi dell’800, in un’epoca in cui la Finlandia era ancora un ducato sotto il controllo dell’Impero russo e la lingua ufficiale era lo svedese[1], Elias Lönnrot prese l’impegno, assieme ad altri intellettuali, a strutturare le basi per la nascita di una coscienza nazionale finlandese.
Lo sforzo principe compiuto da Lönnrot fu quello di riunire in un unico corpus quei vari canti epici della tradizione orale della Karelia e del resto della Finlandia orientale il cui materiale poetico risaliva a più di tre millenni fa. I suddetti iniziarono a essere messi parzialmente per iscritto sin dai primi anni del secolo XVII da figure vagamente interessate alla materia ma fondamentalmente sino al secolo XIX rimasero per lo più diffusi per via orale. Fra il 1828 e il 1834, Elias Lönnrot compì sei viaggi in varie zone della Karelia con lo scopo di mettere per iscritto l’epica kareliana e salvarla dalle nebbie del tempo.
Numerosi erano i cantori kareliani che mantenevano intatta questa tradizione; fra tutti questi spiccava Arhippa Perttunen il quale nel 1834, durante il quinto viaggio compiuto da Lönnrot nella Finlandia rurale dell’Est, cantò nel dialetto careliano alcuni dei poemi di sua conoscenza. Questi, dotato di un’eccezionale memoria, recitò un numero elevatissimo di versi dinanzi a Lönnrot. Stando allo studioso Väinö W. Salminen, i versi che Arhippa Perttunen conservava nella sua virsilippaansa[2] ammontavano a più di diecimila, un repertorio quindi sconfinato[3]. Si può affermare con certezza che ben un terzo dei versi contenuti nei runi[4] della prima edizione del Kalevala è da attribuire al Perttunen.
Note:
[1] Prima di passare all’Impero russo, in seguito alla guerra di Finlandia fra Svezia e Russia del 1808-1809, il granducato di Finlandia era territorio svedese.
[2] Finn. composto di virsi - troncamento di virsien, genitivo plurale del sostantivo virsi “canto, inno sacro” - e lippansa - possessivo di terza persona singolare del sostantivo lipas “baule, scrigno”; insomma “scrigno dei canti”, metafora per ‘memoria’.
[3] cfr. H. Sihvo, Karjala - Laulun ja sanan maa, Karisto Ed., 1983, ISBN 9512320894, pp. 11-16.
[4] I runi (dal finn. runo - sostantivo che sta a indicare un poema o una sua sezione; nom. plur. runot) sono i vari canti di cui il Kalevala è composto. I suddetti sono in tetrametri trocaici, aventi però foggia peculiare, e venivano eseguiti dai cantori su due linee melodiche antifoniche costruite sulla serie musicale del pentacordo. Il ritmo della melodia era solitamente in cinque quarti ed il tutto era accompagnato dal kantele, strumento a corde della tradizione finlandese la cui creazione è da attribuirsi allo stesso Väinämöinen (uno dei protagonisti del Kalevala).
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