L’età del lupo, l’età del ferro, il Kali Yuga, vi sono molti nomi per descrivere l’epoca che stiamo vivendo e che, se davvero siamo animati da sentimenti alti, dobbiamo affrontare, nomi creati da popoli con una concezione del sacro assai più alta di quella attuale ed una consapevolezza del funzionamento dei cicli delle ere assai più profonda.
La nostra è un’era oscura, nella quale le forze del Caos tendono a predominare degradando, rovinando e corrompendo tutto ciò che riescono a toccare. Una opposizione è però ancora possibile, e numerosi sono gli esempi luminosi che la punteggiano: Greci, Romani, Germani, Indiani e ancora Macedoni e Persiani, solo per rimanere in ambito indoeuropeo, furono tutti in grado di costruire società sane e saldi e di opporre un saldo argine al dilagare delle forse del Caos, fintanto che mantennero salde la propria etica e la propria spiritualità, almeno.
È sintomo dell’età del lupo infatti la degradazione di queste sue qualità, che nel caso specifico dei popoli indoeuropei coincidono in quanto etica e religione sono un tutt’uno.
Quando una società sana si degrada il Caos fa nuovamente la sua apparizione e con esso le sue piaghe fatte di materialismo, corruzione e conflitti sanguinosi e senza sacralità (e quindi senso) alcuna.
Le guerre diventano territoriali, gli stati, da organizzazioni strutturate sui valori di fedeltà e reciproca assistenza, divengono nazionali e slegati da qualunque ottica che non sia burocratica od economica.
Si passa quindi da una società organica, di tipo capillare, che come il corpo umano funziona in maniera simbiotica, ad una dis-organica, basata sul semplice dominio della ricchezza e della burocrazia atta a garantire il potere a chi gestisce la stessa.
Eppure, come insegna il mito, è ancora possibile reagire e costruire strutture più salde, l’esempio più luminoso, che permise il ritorno di una, seppur breve, età dell’oro viene dagli eroi e dall’età che è loro dedicata.
Vi fu infatti un tempo in cui una stirpe bronzea (ovvero relativa all’età del bronzo) riuscì ad elevarsi e guadagnare per il proprio tempo l’appellativo di “piccola età dell’oro”.
Essi, semi Dèi, hanno dato a noi figli degli uomini un esempio luminoso, in grado di travalicare i tempi, capace di scuotere dal torpore e far tendere nuovamente a qualcosa di più alto.
Tramite l’ideale eroico è possibile infatti ricreare un ordine sacro, a gloria degli Dèi immortali e della nostra gente.
Esso deve quindi essere trasmesso, narrato e preservato anche in tempi come i nostri, sopratutto in tempi come i nostri nei quali ogni barlume di onore, forza e genuina esaltazione sembra essere spazzata via dalla fangosa melma uniformante della modernità universalista.
Questo è il nostro compito, e la nostra lotta, siatene più che mai consapevoli.