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martedì 24 agosto 2021

"Et vive la modernité!"... o no?


La modernità non si mette mai in discussione.

La modernità preferisce invece attribuire al passato la colpa, soprattutto quando non riesce a raggiungere i propri scopi.
Tutto ciò che oppone resistenza, anche minima, all’avanzare di ogni dogma moderno o postmoderno diviene un "problema culturale”. Ciò permette di scaricare ogni colpa su ciò che per la nuova ragione rappresenterebbe il vecchio: “Sono loro ad avere una mentalità retrograda, noi no di certo!" che tradotto vuol dire: “Come si permettono queste usanze plurisecolari, diretta derivazione di stratificazioni comportamentali millenarie e vera essenza di un intero popolo, di mettere in discussione l’idea che un tizio a caso - il più delle volte proprio sopra il Messico, chissà perché - ha avuto dall’altra parte del mondo l'altro ieri? È inaccettabile che nel 2021 eccetera eccetera eccetera”.

Vi starete chiedendo da dove derivi tutto ciò. Semplice.
Questo atteggiamento deriva proprio da una pretesa superiorità morale e culturale su tutto ciò che non aggrada la concezione nuova, una superiorità non attestata da prova alcuna.
È questa una corrotta manifestazione di quell'imperialismo che tanto disprezzano. Perché corrotta? Proprio perché si nasconde dietro cappelli frigi, livelle ammaliatrici, colombe con rami di ulivo e arcobaleni luminosi.
Questi individui, questi acritici sostenitori dell’applicazione assoluta e universale dei principi della rivoluzione francese - ché di questo fondamentalmente si tratta - sono convinti di rappresentare il Bene assoluto.
Tutto ciò che ha avuto luogo prima della presa di potere dei latori di questi principi - come pure tutte quelle genti che ancora oggi non vogliono applicarli acriticamente - è per loro inferiore. Seppure siano soliti negarlo a parole, dal loro modus operandi traspare ciò. Questi individui sognano un mondo ordinato secondo i loro principi, principi che ovviamente non mettono mai e poi mai in discussione: un mondo nel quale valga la stessa legge, sia a Oriente che a Occidente.
Sono soliti dirsi cittadini del mondo, quasi come se la loro terra non dovesse bastargli.
Il sacrosanto principio che ogni popolo abbia tutto il diritto di amministrarsi come meglio crede non li sfiora nemmeno.
Rinnegano la coercizione violenta e la guerra eppure si sentono in diritto di mettere il naso in affari che nemmeno conoscono e in usanze altrui di cui forse avranno letto due righe su Wikipedia. Colonizzare un popolo e annientarne l'essenza senza neppure sprecarsi a combatterlo sul campo. Presunzione.
Il tutto avviene poi con una naturalezza disarmante, anzi direi talmente spiazzante da poter competere con la naturalezza propria di un cavallo che piscia.

È tutto un "Abbasso l'Iran! Addosso all’India! Dagli alla Cecenia!" sino a esempi a noi più prossimi geograficamente come Russia e Ungheria - insomma uno starnazzare senza quartiere contro qualsiasi paese reo di non aver ancora abbracciato, in toto o in parte, l’assolutismo libertario.
Non importa se nemmeno saprebbero puntarlo sulla cartina, loro si sentono illuminati e in diritto di spiegare a popoli di cui non sanno nulla, di cui spesso non hanno nemmeno visto un rappresentate e di cui non conoscono la terra e le usanze, come questi debbano comportarsi.

Se non è follia questa, vecchi miei, non sapremmo davvero come altro definirla.

Questi individui non sono diversi dalle tanto da loro odiate multinazionali che in Africa e in Sud America bruciano terre e seviziano gente per erigere i propri stabilimenti e imporre lo stile di vita occidentale che vi va dietro - sono solo, molto semplicemente, meno visibili e decisamente più ipocriti.
La presunzione di rappresentare un “luminoso progresso” è però esattamente la stessa.
Noi lo riconosciamo, come anche siamo coscienti del fatto che le lamentele vuote restino tali.
Questo articolo non vuole quindi essere un chaier de doléances. Questo articolo è una lunga risata messa per iscritto da noi a danno degli imbelli dei nostri tempi.
Vi chiediamo dunque di ridere anche voi con noi.


(In foto un brāhmaṇa indiano, una ragazza kalash e sciamani mongoli)





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