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venerdì 13 dicembre 2019

Le divinità cornute

“Come uno spirito che scruta il passaggio e protegge il varco, il totem cornuto trafigge la carne e con la potenza che emana, invita al silenzio ed al rispetto.”

Le corna sono da sempre simbolo di potenza e divennero simbolo di potenza fecondatrice dal momento in cui vennero usate per arare la terra. Esse penetrano la terra preparandola a ricevere il seme. Essendo simbolo di potenza fecondatrice per le società agricole e armi per le società di cacciatori, il loro simbolismo è molto ambiguo e trascina con sé significati complementari ma opposti: a volte simbolo di potenza e distruzione, a volte simbolo di potenza fecondatrice e vita. Le divinità cornute sono sfuggenti al pensiero razionale e la necessità di definirle, appartiene solo agli uomini. Per irruzione del sacro e nel sacro, esse non vanno razionalizzate ma accettate irrazionalmente per comprendere ciò che sono.

La selva dà, la selva prende.


Re dei luoghi liminali, le divinità cornute presiedono i luoghi che fin dalla notte dei tempi, hanno sfamato l’uomo e allo stesso tempo, lo hanno ucciso tra atroci sofferenze. Esse appartengono a quei luoghi che divennero rifugio e salvezza per i briganti ma al tempo stesso morte e disperazione per gli abitanti dei villaggi e per i deboli. Appartengono a quei luoghi liminali in cui fabbri, cacciatori, dannati e disperati, si sono avventurati per cercare nell’oscurità delle fronde, le materie prime o i tesori inimmaginabili accumulati dal piccolo popolo e narrati dai bardi.

La paura: il luogo d'incontro degli spiriti forti

Lui è lì, ad aspettarci tra le oscure fronde e nelle ombre delle nostre torce. Lui è la paura. È ben visibile con la coda dell’occhio mentre ci osserva ma mai abbastanza visibile da poterlo definire. Lo percepiamo in un suono o nell’odore forte della selva. È la bestia che risiede nel nostro profondo, quella aggressiva, quella feroce e violenta: è la bestia che nella selva vuole sopravvivere e proteggere i propri cari. Lui è la violenza e la potenza che si accende nel nostro profondo e che incendia i nostri spiriti ed i nostri corpi. ​ Lui è Cernunnos ed è i nostri istinti più profondi ed i nostri mostri selvaggi.

La via del Sole

La notte buia e spesso fredda della selva ed i ripari di fortuna, ci fanno bramare il sole e la luce, quel sole che guiderà nuovamente i nostri occhi e le nostre azioni, quel sole che il mattino incendia le corna dei cervi. Il cervo fiammeggiante stupisce. Il sole riscalda la nostra pelle e il palco fiammeggiante, diviene la nostra salvezza, portando lontani i pensieri dell’oscurità.


Orlando Di Raimo, in collaborazione con le vie di Wodanaz

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