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martedì 17 dicembre 2019

Sulla morte

Cos’è la morte? 

Questa grande mostro dei tempi moderni, temuta, nascosta, censurata eppure egualmente ineluttabile, fine ultimo di ogni esistenza terrena, sulla quale sono stati scritti alcuni dei versi più significativi dell’umanità? 

Essa è, semplicemente, parte di noi. 

Viviamo e moriamo ad un tempo, poiché vivere è morire, ed ogni nostro gesto non fa altro che avvicinarci a lei, terribile amica. 

Eppure la temiamo, come se fosse qualcosa di estraneo e malevolo, come se essa non fosse già in noi. A cosa si deve questa paura? Questo terrore profano, staccato da ogni forma di sacralità, deriva certamente, in buona parte, dal cristianesimo e dalla monolatria, che ha tolto a questa importantissima parte della nostra vita terrena la naturalezza insita in ogni cosa eterna. 

Tanti, prima di noi, hanno camminato con lei al crepuscolo del proprio percorso, tanti ancora lo faranno. Tutti i nostri antenati sono passati fra le sue braccia, tutti noi, io che vi scrivo e voi che mi leggete, ci passeremo. Perché farne un dramma? La morte è vita secondo la legge eterna. 

Riappacificatevi con lei, vezzeggiatela come una vecchia amica, accettatela come parte di voi e preparatevi fin da ora per quando verrà a prendervi. 


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