Cerca nel blog

venerdì 3 gennaio 2020

Medioevo “Pagano”

La civiltà cristiana fu tanto più forte tanto più riuscì ad assorbire le energie dei culti precedenti, tanto è che man mano che più questi si allontanavano più ella divenne asfittica e formale. 

I nobili franconi appena convertiti erano formidabili, e tali rimasero per buona parte del medioevo quando ancora le cultualità arcane erano forti nelle campagne (come testimonia, fra gli altri, Rodolfo il Glabro), secoli dopo, quando della fede antica non rimaneva che qualche traccia dispersa per campi e boschi, erano ridotti a poco più che larve, svuotati di ogni forza. 

La prima crociata, l’unica realmente e completamente vittoriosa, fu l’opera di cavalieri normanni di freschissima, e talora dubbia, conversione, la civiltà cortese mantenne a lungo tratti legati al passato “pagano” e non è un caso che le sua più alte espressioni, la poesia cortese ed il poema cavalleresco, portassero tracce, quando non direttamente temi, dell’antica fede. 

Non solo per campi e boschi, quindi, lontano dalla civiltà, sopravvisse la fede eterna, e non solo fra il popolo essa si mantenne salda e sicura tramite il folklore e le tradizioni, ma anche attraverso rielaborazione aristocratiche, spesso solo superficialmente cristianizzate. 


È cosa nota il furto di simboli a danno del culto eterno effettuato dal cristianesimo quando, nel primo medioevo, dovette trasformare la propria natura di religione per reietti e schiavi in una forma che risultasse accettabile anche per classi sociali e umane più elevate. 

La tradizione germanica e quella romana vennero spogliate di ritualità, nomi e simboli a vantaggio della nuova dottrina orientale che poté così ammantarsi di un’aurea comprensibile e familiare ai popoli europei.

Pensiamo al pontifex maximus romano, capo del collegio sacerdotale, la cui funzione (e il cui stesso nome) venne inglobata dalla monolatria straniera, o all’ideale eroico germanico che venne anch’esso adattato alla novella religione e che tanta importanza ha avuto nella creazione delle figura e dell’immaginario cavalleresco, punto di unione fra germanicità, romanità e influssi steppici.

In conclusione: il medioevo è da considerarsi un’epoca esclusivamente cristiana? La risposta è: assolutamente no!

Innanzitutto perché il cristianesimo si è diffuso molto lentamente, finendo con il diffondersi in alcune zone d’Europa solo con la fine del medioevo, per buona parte della sua durata vi furono zone, seppur via via ridotte, in cui il culto pubblico dedicato agli Dèi eterni ancora prosperava, in secondo luogo perché anche nei luoghi occupati dalla monolatria ma mancarono coloro che, fra foreste e boschi, portarono avanti la fiamma eterna. 

Per riprendersi ogni cosa occorre, prima di tutto, riacquistare possesso del proprio passato.

Hailaz Wodanaz!

Nessun commento:

Posta un commento