Il 24 Giugno i plebei celebravano in onore della dea Fortuna una grande festa, molto sentita nelle campagne, con la quale si chiedeva a Fors-Fortuna abbondanza nei raccolti.
Il fatto che questa festività venisse svolta nel giorno del solstizio d'Estate, che è seconda porta dell'anno, non è certo una casualità ché di lì a poco in tutta la penisola italica si sarebbe conclusa la raccolta del grano, dono divino; era questo un momento importante che richiedeva una grande festa dopo i faticosi lavori agricoli.
La sera del 23 Giugno venivano accesi dei grandi falò, attornò ai quali si beveva e ballava tutta la notte indossando ghirlande di fiori e lasciandosi andare, inebriati dalla musica e dal vino. Nei pressi dei falò si usava dare fuoco ad una ruota posta su di un palo e sulla base del punto in cui la ruota cadeva se ne traevano auspici; anche in epoca medievale la simbologia della ruota rimase legata alla concezione che le genti avevano della Fors-Fortuna, una ruota della Fortuna che rappresenterebbe non tanto una sorta di roulette quanto bensì la ruota del karman.
Nonostante i divieti teodosiani seguiti all'editto del 380 che rese il cristianesimo unica religio licita nell'impero, il culto di Fortuna continuò ad essere praticato sia dalla plebe che dal resto della cittadinanza.
La festività di Fors-Fortuna così come anche le ritualità connesse al solstizio, di centrale importanza per tutte le genti europee, erano dure a morire e per questa ragione vennero riconfigurate dall'intellighenzia cristiana nella notte di San Giovanni Battista che appunto intercorre fra il 23 ed il 24 Giugno e che è altrimenti nota come notte delle streghe, spesso identificabili con coloro che ancora seguivano le antiche ritualità.
Durante tutto il Medioevo ed oltre, si continuò a celebrare la festa del solstizio in chiave pagana, con grandi falò e danze, soprattutto nelle campagne dove in quei giorni era uso raccogliere erbe e frutti per farne liquori o infusi, come le noci per il nocino.
miniatura rinascimentale di Fortuna |
La dea Fortuna continua tutt'ora a rivestire primaria importanza e non è un caso che proprio sul suo santuario di Præneste venne costruita la reggia dei Colonna.
Gianluca Vannucci, in collaborazione con le vie di Wodanaz
P.S. L'autore di questo articolo ha anch'egli un suo blog di cui il link ora segue: https://ilfuocoeterno.blogspot.com/
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