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sabato 12 settembre 2020

Gli Indoeuropei e le origini dell’Europa – parte III

(ASI) La quarta grande sezione del testo di Villar consiste in un’analisi comparativa di tutti i popoli indoeuropei dal punto di vista storico, culturale e, in qualche caso, anche militare. I primi ad essere studiati sono gli Ittiti, forse per via delle teorie di Ivanov, Gamkrelidze e Renfrew per i quali addirittura l’Asia Minore era il focolaio originario di tutti gli indoeuropei. 

La Bibbia parla di una popolazione chiamata Hittim e Ramses II li sconfisse a Kadesh; neppure l’ondata dei cosiddetti Popoli del Mare ha sradicato completamente le loro lingue. 

L’autore mette in rilievo due regni: quello della Licia, che secondo l’Iliade era alleata dei troiani, e quello della Lidia, che deriva da una radice indoeuropea che vuol dire “appartenente al popolo libero”. 

I territori della ex Jugoslavia erano occupati dal popolo degli Illiri avente un’origine mitologica, nello specifico da Illirico, il figlio del ciclope Polifemo e della ninfa Galatea. L’Illiria, oltretutto, diede anche imperatori di rilievo come Aureliano, Diocleziano e Costantino. 

Vicino a loro sta il popolo albanese, il cui nome apparve nel XI secolo nelle fonti bizantine, mentre la prima testimonianza nella loro lingua (riconosciuta come indoeuropea da Bopp e Meyer) risale al XV. 

La Bulgaria, il nord della Grecia e la Turchia europea costituiscono la Tracia, la cui città più importante era proprio Bisanzio. I traci adoravano un dio della vegetazione che pian piano diventò noto come Dioniso ed erano parecchio dediti alla guerra, tant’è che sono sempre stati arruolati in parecchi eserciti (fra i quali si possono annoverare quello persiano, quello macedone e infine quello romano). Linguisticamente parlando, Ovidio fu esiliato a Tomi (sul Mar Nero) ed ebbe occasione di studiare, appunto, la loro lingua; c’è anche da dire che non avevano una scrittura autonoma. 

La Romania, invece, era la Dacia: ivi diverse tribù furono unificate solo da Burebista nel 60 a. C. e l’annessione all’impero romano ad opera di Traiano avvenne nel 106 d. C. (fino al 270). Il più grande enigma collegato alla Romania è la sua natura di isola linguistica neolatina in una zona a maggioranza slava e le ipotesi sono due: la ritirata romana fu solo militare ed amministrativa oppure ci fu una nuova latinizzazione ad opera dei Valacchi che si professavano eredi dei popoli romanizzati di Illiria, Mesia e Dacia. 

L’ultima popolazione dell’area balcanica è costituita dai macedoni, i quali erano considerati dai Greci veri e propri dei barbari non elleni.

Articolo di Giulia Re

 

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