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mercoledì 18 novembre 2020

Il paganesimo germanico nella musica Rock - parte II

A prescindere dalle motivazioni, in breve tempo altri artisti seguirono l’esempio degli Zeppelin.
 
I loro amici, colleghi e compatrioti Jethro Tull composero, nel 1975, la gradevolissima Cold Wind to Valhalla, dove sembrano quasi alludere ad una pecunia di uomini valorosi e meritevoli nell’era moderna, in quanto - citando letteralmente il testo - raccontano di come le Valchirie tornino “a mani vuote” nella “desolazione del Valhalla”.
Proprio come gli Zeppelin, neanche i Tull hanno mai adottato una chiara e definita posizione religiosa; è interessante però notare come questi ultimi siano stati tra i primi e più rappresentativi esponenti del connubio tra Hard Rock a musica Folk, che si sarebbe evoluto svariati anni più tardi nel Folk Metal, sottogenere dell’Heavy Metal in cui le tematiche pagane fanno da padrone.

Rimanendo sul suolo inglese, ulteriore esempio è fornito dalla lunga ed articolata The Gates Of Delirium, vera e propria suite musicale la cui durata supera i venti minuti, incisa nel 1974 dal gruppo di Rock progressivo YES. Pur essendo anch’essi spiritualmente di larghe vedute, e pur avendo loro stessi ammesso che l’ispirazione principale nella stesura del brano è stato il libro “Guerra & Pace” di Lev Tolstoj, ascoltando versi come “i nostri Dèi si risvegliano in tonanti boati” è difficile non immaginarsi una battaglia vichinga.

Portando un ultimo esempio fuori tempo massimo, i Black Sabbath (altra formazione inglese) nei decenni successivi diedero alle stampe l’album TYR, disco ingiustamente sottovalutato ed interamente intitolato al Dio nordico del conflitto – è doveroso precisare che suddetto album è datato 1990, anno in cui le tematiche pagane nordico-germaniche erano già ampiamente utilizzate in svariati sottogeneri della musica Rock.
 
 
Luca Russomanno, in collaborazione con le vie di Wodanaz

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