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martedì 9 giugno 2020

La fine e il principio

Freddo, gocce grosse e pesanti cadono dal soffitto delle caverna. Uhtnī, capotribù e grande fra i cacciatori, osserva in silenzio la sua gente riposare. 

Una fanciulla riposa al suo fianco sul soffice giaciglio di felci e fiori, la figlia di un antico compare di caccia scomparso da molte lune. L’ha posseduta con vigore, più e più volte. Le darà un figlio sano. 

E ancora, più lontano, sotto un riparo di pelli, rami, ossa e foglie due dei suoi figli più grandi con le loro compagne tengono le lance a portata di mano come si addice ad un uomo e ad un guerriero; di fianco a loro, in un riparo più grande e rozzo, una quindicina di uomini e donne della tribù avvolti in pellicce e pelli riposano beati, al sicuro, protetti dalle sentinelle che ad ogni ora del giorno e della notte si alternano sulla soglia del loro rifugio. 

È inquieto, il comandante di uomini, qualcosa sta cambiando. 



Molto tempo è passato da quando egli è al mondo e più volte ha visto il sole morire e rinascere eppure mai aveva visto nulla di simile. 

La caverna sembrava piangere, come se i ghiacci che da sempre accompagnavano la sua vita stessero lasciando questa terra di mezzo. 

Si alzò, in cerca di un segno, e raggiunse le sentinelle al caldo di due fuochi vicino all’entrata della grande cavità rocciosa. Fuori era la pallida alba.

Fece alcuni passi, le mani strette su un amuleto inciso, dono del padre di suo padre.

Non poteva credere ai propri occhi. 

I ghiacciai, orgogliosi e crudeli, sembravano morire davanti ai suoi occhi e già piccoli fiumi sembravano cercare la propria via fra pietre e rocce.



Il mondo stava cambiando, lo sentì. Cercò un segno e gli Dèi immortali lo guidarono tramite due corvi ad una tana di predatori.

Era vuota ma molte impronte di giovani lupi partivano in ogni direzione; molte portavano verso dove i soli muoiono, alcune, meno numerose, verso i soli nascenti. 



Sorrise, l’esperto capitano di tante cacce, e lesse il destino delle sue genti. Portò le mani alla bocca e produsse un suono poderoso, un richiamo di caccia. Ringraziò gli Dèi e prese la via di un fiume nascente. 

Nessuno lo vide più fra le lande di questo mondo.

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