Cerca nel blog

lunedì 24 gennaio 2022

Die Bergfestung - parte VI

Capitolo III - La montagna e il giardino

     Sempre in Wolff la montagna assume un’accezione particolare, quella di giardino fiorito. Nella leggenda delle rose si narra di come il re dei nani, Laurino, fu sconfitto da Teodorico da Verona in seguito al rapimento della principessa Similda.
     Il regno del re dei nani, sito sulla montagna e delimitato da un sottile filo di seta, era nascosto fra infinite rose; fu lì che il re Laurino nascose per sette anni la principessa Similda. Fu Teodorico da Verona, accompagnato da Vítege e da altri guerrieri, a scovare la principessa prigioniera proprio grazie allo splendore delle rose fiorite che segnalò loro l’ingresso al regno di Laurino. Il nano, adirato, maledisse il suo roseto, tramutandolo in pietra, e «[...] fece un incantesimo, affinché le rose non si potessero più vedere né di giorno né di notte. Ma nel suo sortilegio il re nano aveva dimenticato il tramonto, che non è giorno e non è notte: così ancora oggi, dopo il tramonto, si vedono le rose rosse del giardino incantato» [13].
     Questa leggenda eponima, a essa si deve il nome del massiccio del Rosengarten [14] come pure quello del fenomeno dolomitico dell’enrosadöra [15], fa del giardino montano un luogo manifesto che inganna però l’occhio dell’osservatore casuale, nascondendogli cose e persone, un rifugio a cielo aperto che cresce sulla fortezza.

     Ulteriore fatto degno di menzione è la presenza di una cintura che dona a re Laurino «[...] la forza di dodici uomini» [16]. Elemento comune sia alla traditio germanico-scandinàva, basti pensare alla cintura dell’ase Þórr, sia a quella germanico-continentale, vedasi la cintura che Siegfried deve togliere a Brünhild nel Nibelungenlied, la cintura che dona forza e potenza è un ulteriore punto di raccordo fra il mondo ladino e quello germanico.

 

--------------------------------------------------------------------------------------

[13] K.F. Wolff, I monti pallidi, Milano, Mursia, 2019, p. 24.

[14] G per ‘roseto’.

[15] Lad. per ‘arrossarsi, assumere una sfumatura rossastra’; equivalente del G Alpenglühen.

[16] Ibidem, p. 21.

Note:
Essendo questa una tesina universitaria svolta per il corso di Storia medievale IV A-B (2021 - 2022) tenuto dal professore U. Longo, ne sono vietati l'utilizzo e la condivisione da parte di terzi non affiliati a questo sito

Nessun commento:

Posta un commento