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domenica 4 agosto 2019

Il significato di arga- nell’universo delle lingue germaniche - parte III

DE ORIGINE ET SITU GERMANORUM

Resta da analizzare una fonte che spesso viene fatta entrare a forza in questa questione, ossia il seguente passo di Tacito tratto dal libro XII del De origine et situ Germanorum riguardante il fato che le popolazioni germanico continentali erano solite riservare a quei membri delle loro Sippe che si fossero macchiati di perversioni omosessuali:

“Distinctio poenarum ex delicto: proditores et transfugas arboribus suspendunt, ignavos et imbelles et corpore infames cæno ac palude, iniecta insuper crate, mergunt. Diversitas supplicii illuc respicit, tamquam scelera ostendi oporteat, dum puniuntur, flagitia abscondi.”

Partiamo dallo studio dei tre aggettivi in allitterazione “ignavos et inbelles et corpore infames”.
I primi due sono traducibili come "i vili e gli imbelli" e sono praticamente sinonimi.
I corpore infames ( i.e. "[coloro che] infamano il [loro] corpo” ) sono invece i pathici ( i.e. plurale di pathicus termine spregiativo derivante dal termine greco παθικός usato per definire gli omosessuali e traducibile con “degenerato" ) come risulta dal confronto con altri passi di opere di Tacito fra le quali spiccano gli Annales; esemplare è lo stralcio “Cassium quendam mimum corpore infamem” (Annales, I, 73, 2) dove Tacito racconta di Cassio, pantomimo dai più del suo tempo dileggiato per il suo essere sfrontatamente omosessuale.
Su questa linea si attesta anche l’opinione di V. Santoro.

Seguitiamo con lo studio del seguente passo contenente l'endiadi cæno ac palude e dove l'avverbio insuper assume valore locale:
“cæno ac palude, iniecta insuper crate, mergunt”
che tradotto suona così:
“li affogano nel fango di una palude, sovrapponendo loro un graticcio” azione compiuta forse per impedire al cadavere di tornare a galla o per rendere più breve la condanna.
Tra i passi che attestano il ricorrere dello stesso tipo di pena presso altri popoli ve ne è uno di Livio “deiectus ad caput aquæ Ferentinæ erat superna iniecta saxisque congestis mergeretur” (Ab Urbe condita, I, 51, 9)

Segue ora l'analisi di due brevi spezzoni prima di discutere l’importanza del brano rispetto alla questione argr:

- “illuc respicit, tamquam” tradotto suonerebbe come “mira a questo [secondo loro], che [...]" ossia “si fonda sulla loro considerazione [...]”. Tramite l'uso del tamquam con il congiuntivo si pone l’accento sul fatto che la considerazione presentata è propria dei Germani e non di Tacito stesso.

- “scelera ostendi oporteat dum puniuntur, flagitia abscondi” qui Tacito con i termini scelera ( i.e.
“scelleratezze" ) e flagitia ( i.e. “infamie" ) identifica rispettivamente i delitti contro la comunità, tra cui tradimenti e diserzioni, e quelli che implicavano una colpa vergognosa e per questo infamante come la viltà e l’omosessualità. Non è ben chiaro quanto le due colpe fossero fra loro collegate nell’immaginario dei germani continentali.

Come si può dedurre da quanto sinora detto nonostante il passo fornisca informazioni essenziali sul rapporto dei germani continentali con l’omosessualità esso non ne restituisce alcuna sull’utilizzo dell’aggettivo argr in ambito continentale per descrivere un simile atteggiamento.


Note:
Essendo questa una tesina universitaria svolta per il corso di Filologia Germanica 1A (2018 - 2019) tenuto dalla professoressa Carla del Zotto, ne sono vietati l'utilizzo e la condivisione da parte di terzi non affiliati a questo sito

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