di Fabrizio Bandini
È ora quindi di approfondire la genesi degli Anelli del Potere nelle opere tolkeniane e di descrivere in quale modo derivino dalla tradizione germanica e nordica.
8. Ibid., p. 509
Fabrizio Bandini, nato a Città di Castello (PG) il 9.11.1971, scrittore, poeta e saggista, si è laureato in Filosofia a Perugia, dove attualmente risiede.
Ha pubblicato varie opere di narrativa, poesia e saggistica, fra cui "Haiku" (Midgard Editrice, 2017), “I boschi sacri e l’albero cosmico. Uno studio sulla Tradizione Germanica e Nordica” (Hyperborea blog, 2018), "Saghe del tempo antico” (Midgard Editrice, 2019).
http://www.midgard.it/haiku.htm
https://hyperboreablog.blogspot.com/2018/09/i-boschi-sacri-e-lalbero-cosmico.html
http://www.midgard.it/saghe_deltempo_antico.htm
https://www.facebook.com/fab.bandini
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Nello scritto Degli Anelli del Potere e della Terza Era, inserito nel Silmarillion dopo il Quenta Silmarillion (ovvero il Silmarillion vero e proprio) e dopo l’Akallabêth, Tolkien racconta la genesi degli anelli nella Seconda Era della sua mitologia.
Dopo la sconfitta di Morgoth, il Signore Oscuro, il suo luogotenente Sauron si era nascosto per lungo tempo.
Poi era riapparso come Annatar, il Signore dei Doni, in modo da ingannare gli Elfi e gli Uomini, e riprendere così i suoi oscuri piani di dominio del mondo.
Gli Elfi dell’Eregion si fecero ingannare dalla sua “figura bella e sapiente” (7).
“Prestarono dunque ascolto a Sauron e da lui appresero molte cose giacché grande era la sua conoscenza. In quei giorni gli artigiani di Ost-in-Edhil superarono qualsiasi altra opera avessero fatto prima; e venne loro l’idea di fabbricare degli Anelli del Potere. Era però Sauron a guidarne le fatiche, consapevole di tutto ciò che essi facevano; egli desiderava infatti irretire gli Elfi per tenerli sotto il proprio controllo.
Ora gli Elfi fabbricarono molti anelli; ma in segreto Sauron costruì un Unico Anello con cui dominare tutti gli altri, il potere dei quali era legato a quello con soggezione assoluta e destinato a durare solo quanto sarebbe durato il suo. Buonaparte della forza e della volontà di Sauron fluì in quell’Unico Anello; il potere degli anelli elfici era infatti assai grande e così l’anello che avrebbe dovuto governarli doveva avere una potenza superiore; e Sauron lo forgiò nella Montagna di Fuoco della Terra d’Ombra. E, quando aveva l’Unico Anello su di sé, poteva percepire tutto ciò che si faceva per mezzo degli anelli minori, e così era in grado di vedere e di governare gli stessi pensieri di coloro che li portavano.
Ma gli Elfi non erano così facili da ingannare. Non appena Sauron s’infilò al dito l’Unico Anello, essi furono consapevoli di lui; e lo riconobbero, e compresero che avrebbe voluto essere il padrone loro e di tutto quanto essi avevano forgiato. Così, adirati e spaventati, si sfilarono gli anelli. Sauron, però accortosi di essere stato smascherato e di non essere riuscito ad ingannare gli Elfi, montò in collera; e si scagliò contro di loro in guerra aperta, esigendo che tutti gli anelli gli fossero consegnati, dal momento che i fabbri elfici non sarebbero riusciti a fabbricarli senza la sua sapienza e senza il suo consiglio. Ma gli Elfi fuggirono lontano da lui e salvarono tre dei propri anelli, che portarono via e che nascosero.
Dopo la sconfitta di Morgoth, il Signore Oscuro, il suo luogotenente Sauron si era nascosto per lungo tempo.
Poi era riapparso come Annatar, il Signore dei Doni, in modo da ingannare gli Elfi e gli Uomini, e riprendere così i suoi oscuri piani di dominio del mondo.
Gli Elfi dell’Eregion si fecero ingannare dalla sua “figura bella e sapiente” (7).
“Prestarono dunque ascolto a Sauron e da lui appresero molte cose giacché grande era la sua conoscenza. In quei giorni gli artigiani di Ost-in-Edhil superarono qualsiasi altra opera avessero fatto prima; e venne loro l’idea di fabbricare degli Anelli del Potere. Era però Sauron a guidarne le fatiche, consapevole di tutto ciò che essi facevano; egli desiderava infatti irretire gli Elfi per tenerli sotto il proprio controllo.
Ora gli Elfi fabbricarono molti anelli; ma in segreto Sauron costruì un Unico Anello con cui dominare tutti gli altri, il potere dei quali era legato a quello con soggezione assoluta e destinato a durare solo quanto sarebbe durato il suo. Buonaparte della forza e della volontà di Sauron fluì in quell’Unico Anello; il potere degli anelli elfici era infatti assai grande e così l’anello che avrebbe dovuto governarli doveva avere una potenza superiore; e Sauron lo forgiò nella Montagna di Fuoco della Terra d’Ombra. E, quando aveva l’Unico Anello su di sé, poteva percepire tutto ciò che si faceva per mezzo degli anelli minori, e così era in grado di vedere e di governare gli stessi pensieri di coloro che li portavano.
Ma gli Elfi non erano così facili da ingannare. Non appena Sauron s’infilò al dito l’Unico Anello, essi furono consapevoli di lui; e lo riconobbero, e compresero che avrebbe voluto essere il padrone loro e di tutto quanto essi avevano forgiato. Così, adirati e spaventati, si sfilarono gli anelli. Sauron, però accortosi di essere stato smascherato e di non essere riuscito ad ingannare gli Elfi, montò in collera; e si scagliò contro di loro in guerra aperta, esigendo che tutti gli anelli gli fossero consegnati, dal momento che i fabbri elfici non sarebbero riusciti a fabbricarli senza la sua sapienza e senza il suo consiglio. Ma gli Elfi fuggirono lontano da lui e salvarono tre dei propri anelli, che portarono via e che nascosero.
Erano questi i Tre che erano stati fabbricati per ultimi e che possedevano i poteri maggiori. Narya, Nenya e Vilya: così furono chiamati; ossia gli Anelli del Fuoco, dell’Acqua e dell’Aria, ornati di un rubino, di un adamante e di uno zaffiro; e fra tutti gli anelli elfici Sauron bramò di impadronirsi soprattutto di questi, giacché chi ne fosse stato in possesso avrebbe potuto tenere lontano le ingiurie del tempo e procrastinare la stanchezza del mondo. Tuttavia Sauron non riuscì a scoprirli poiché essi si furono messi nelle mani dei Sapienti, che li nascosero e che mai più li adoperarono apertamente finché Sauron ebbe l’Anello Dominante. I Tre rimasero quindi incontaminati: erano stati forgiati infatti dal solo Celebrimbor e mai la mano di Sauron li aveva toccati, eppure erano anch’essi soggetti all’Unico” (8).
Il pezzo riportato racconta in maniera esauriente la genesi degli Anelli del Potere e le loro virtù magiche.
Note:
7. J.J.R. Tolkien, Il Silmarillion, Bompiani, Milano 2013, p. 5088. Ibid., p. 509
Fabrizio Bandini, nato a Città di Castello (PG) il 9.11.1971, scrittore, poeta e saggista, si è laureato in Filosofia a Perugia, dove attualmente risiede.
Ha pubblicato varie opere di narrativa, poesia e saggistica, fra cui "Haiku" (Midgard Editrice, 2017), “I boschi sacri e l’albero cosmico. Uno studio sulla Tradizione Germanica e Nordica” (Hyperborea blog, 2018), "Saghe del tempo antico” (Midgard Editrice, 2019).
http://www.midgard.it/haiku.htm
https://hyperboreablog.blogspot.com/2018/09/i-boschi-sacri-e-lalbero-cosmico.html
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