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martedì 8 ottobre 2019

Gli Anelli del Potere - parte V

Uno studio sull’opera di J.R.R. Tolkien, sull’Edda antica e sulle saghe germaniche
di Fabrizio Bandini

Andvaranautr, l’anello del nano Andvari, è l’altro anello celebre delle saghe germaniche.
Se ne parla diffusamente in alcuni canti dell’Edda poetica, nello Skáldskaparmál dell’Edda di Snorri e nella Völsunga saga.
Nel canto eddico del Reginsmál si racconta: “Era in quel tempo giunto da Hjalprekr Reginn, figlio di Hreidhmarr. Di ogni uomo era il più abile, di statura nano. Era sapiente astioso ed esperto di incantesimi. Reginn allevò Sigurdhr, gli fece da maestro e lo amò davvero molto. Raccontò a Sigurdhr dei suoi antenati e dei loro fatti: come Odino e Hoenir e Loki fossero giunti ad Andvarafors, cascate in cui abbondavano i pesci. Andvari era un nome di un nano: da gran tempo stava nelle cascate in forma di luccio ed in quel luogo si procurava cibo. < Nostro fratello si chiamava Otr, > disse Reginn, < e spesso si spostava nelle cascate in forma di lontra. Aveva catturato un salmone e, seduto sulla riva del fiume, lo mangiava, tenendo gli occhi chiusi. Con una pietra Loki lo colpì a morte. Gli Asi si ritennero molto felici e tolsero la pelle alla lontra. Insieme, alla sera, presero alloggio presso Hreidhmarr e mostrarono la loro preda. Allora li facemmo prigionieri e imponemmo come riscatto che riempissero la pelle di lontra di oro e la coprissero, all’esterno, con oro rosso. A questo punto gli Asi mandarono Loki a procurare l’oro. Egli si recò da Ran e prese la sua rete; poi andò ad Andvarafors e gettò la rete davanti al luccio, che vi saltò dentro. >” (20).
Loki a questo punto intima ad Andvari di consegnarli tutto il suo oro, pena la morte, e quello alla fine cede.
Il canto eddico continua così: “Loki vide tutto l’oro che Andvari possedeva. Ma quando ebbe consegnato l’oro, quest’ultimo trattenne un anello; Loki però glielo tolse” (21).
Prima di sparire dalla scena il nano irato profetizza che quell’oro “sarà causa di morte per due fratelli e di diverbio per otto sovrani” (22).
L’anello è naturalmente Andvaranautr, l’anello magico del nano Andvari, e il Reginsmál precisa che è in grado di creare magicamente altro oro.
Il potere nefasto dell’anello e dell’oro di Andvari colpirà mano a mano tutti i suoi possessori, facendo strage di nani, valchirie, re ed eroi.
Hreidhmarr morrà per mano del figlio Fafnir, trasformatosi poi in drago, a sua volta ucciso da Sigurðr come si racconta nel Fáfnismál – e perirà anche Reginn per mano di Sigurðr – che coinvolgerà suo malgrado nella strage anche la valchiria Sigrdrífa (Brynhild), Gudhrun, Gunnar, Hogni e Attila – come si racconta nei canti eddici successivi – (23).
L’oro, nascosto da Gunnar e Hogni nel fiume Reno, non sarà più ritrovato e sparirà così dalla storia degli Uomini.
Scontro fra Fafnir e Sigurðr

Nell’Edda di Snorri, e precisamente nello Skáldskaparmál, la vicenda è ricordata in modo similare, con poche differenze.
Ne riporto qui una parte: “Allora Odino mandò Loki in Svartálfaheimr ed egli giunse dal nano che si chiamava Andvari; quello stava nell’acqua (in aspetto di) pesce. Loki lo catturò e come riscatto (per aver salva) la vita gli impose tutto l’oro che aveva nella sua (dimora di) pietra. E quando giunsero nella (dimora di) pietra, il nano tirò fuori tutto l’oro che aveva ed era una ricchezza immensa. Allora il nano si fece scivolare sotto la mano un piccolo anello d’oro; Loki lo vide e gli ordinò di consegnare l’anello. Il nano lo pregò di non togliergli l’anello e affermò di poter far ricrescere la propria ricchezza dall’anello se lo teneva. Loki disse che egli non avrebbe dovuto avere (neppure) un soldo, gli prese l’anello e uscì. Ma il nano dichiarò che quell’anello sarebbe stato (causa di) morte per chiunque lo possedesse” (24).
Il potere corruttore e distruttivo dell’anello di Andvari ricorda molto da vicino i poteri nefasti degli anelli maledetti di Sauron sui Nani e sugli Uomini, rosi dalla sete dell’oro i primi e trasformati in spettri i secondi.
Anche la Völsunga saga riporta i fatti in modo simile e le parole finali di Andvari fanno capire che sia l’anello magico che tutto il resto dell’oro diverranno fonte di oscurità e perdizione (25).
Tolkien riprende la vicenda dell’anello e dell’oro di Andvari nelle stanze della prima parte, Andvara-Gull, del suo poema Völsungakviða en nýja, che come abbiamo detto prima è un omaggio appassionato alla saga dei Volsunghi e un tentativo di andare a colmare la disastrosa perdita del canto centrale della leggenda di Sigurðr (26).
Appare evidente quindi che Andvaranautr è stato modello per gli anelli tolkeniani.
Non entreremo qui nella vexata quaestio dei passaggi successivi dell’anello di Andvari, che sono riportati in diversa maniera dai canti eddici e dalla Völsunga saga, e totalmente omessi nel Nibelungenlied e nella Þiðrekssaga, che sono canti più tardi e fanno sparire del tutto l’anello (27).
La tragica saga dei Volsunghi, di Sigurðr, di Brynhild, e dell’anello è così archetipale che sarà di ispirazione per numerosi artisti, ancor prima di Tolkien, fra cui Wagner, con il suo celebre Der Ring des Nibelungen, L’Anello del NibelungoNaturalmente la sensibilità dei vari autori sarà diversa nell’approcciarsi all’originale saga germanica e la loro ripresa di essa più o meno fedele.

'Brünnhilde' di Arthur Rackham
illustrazione per il 'Die Walküre' di Wagner

'Siegfried incontra Gutrune' di Arthur Rackham
illustrazione per il 'Götterdämmerung' di Wagner

Note:
20. Il canzoniere eddico, a cura di P. Scardigli, Garzanti, Milano 2015, p. 197 s.
21. Ibid., p. 198
22. Ibid., p. 198
23. Cfr. Il canzoniere eddico, a cura di P. Scardigli, ed. cit.
24. S. Sturluson, Edda, ed. cit., p. 138
25. Cfr. Völsunga saga, a cura di R. G. Finch, Nelson, London 1965, p. 26
26. Cfr. J. R. Tolkien, La leggenda di Sigurd & Gudrun, ed. cit., p. 91 s.
27. Cfr. T. Shippey, Vita e morte dei grandi vichinghi, Odoya, Bologna 2018, p. 87 s.

Fabrizio Bandini, nato a Città di Castello (PG) il 9.11.1971, scrittore, poeta e saggista, si è laureato in Filosofia a Perugia, dove attualmente risiede.
Ha pubblicato varie opere di narrativa, poesia e saggistica, fra cui "Haiku" (Midgard Editrice, 2017), “I boschi sacri e l’albero cosmico. Uno studio sulla Tradizione Germanica e Nordica” (Hyperborea blog, 2018), "Saghe del tempo antico” (Midgard Editrice, 2019).


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