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giovedì 14 novembre 2019

Sceafa, parte IV

A parer mio, partendo dall’interpretazione etimologica che il filologo tedesco Karl Müllenhoff restituisce di Beow figlio di Scyld Scefing, è possibile fondere in un unicum compatto le due posizioni precedentemente esposte; entrambi i punti di vista si ricollegano ad un Leitmotiv tipicamente germanico, l’affiancare simboli che manifestano volontà di comando e protezione ( e.g. Scyld, nome che deriva dal sostantivo anglosassone ‘sċield’ ossia “scudo” ) a simboli che incarnano la prosperità agricola ( e.g. Scēf, nome che deriva dal sostantivo anglosassone ‘sċēaf’ ossia “covone” & Beow, nome che deriva dal sostantivo anglosassone ‘beow’ ossia “orzo” ). Ecco che il terzetto Scyld, Scēf, Béow si configura come triade primigenia di divinità legate alla protezione, all’unità ed alla fertilità che presenta immediata somiglianza alla triade Þórr - Óðinn - Freyr del tempio di Ubsola di cui ci parla Adam Bremensis nelle ‘Gesta Hammaburgensis ecclesiæ Pontificum’. 
La natura di questa triade spiegherebbe la presenza in un documento così antico come il poema Widsið del longobardo Sceafa; questi non sarebbe altro che la riproposizione in chiave longobarda dello Scēf che è mitico iniziatore e custode dell’ordine della stirpe in quanto covone che racchiude e trattiene in sé numerose spighe che altrimenti andrebbero sparse qua e là.

Ecco che si è aggiunto l’ultimo tassello che descrive la natura di Sceafa il longobardo; da figura mitica va a cristallizzarsi in una dimensione storica.
Ad ulteriore supporto di questa tesi seguirà l’analisi di alcuni passi delle genealogie dei re
anglosassoni. Iniziamo dunque con il ‘Chronicon Æthelweardi’ ( i.e. “Cronaca di Æthelward”, redatto fra il 975 ed il 983 ) dove nella sezione del libro terzo dedicata ad Æthelwulf ( i.e. sovrano del Wessex, padre del futuro re Alfred e figlio di re Egbert ) è contenuto il seguente passo dove viene presentata l’origine di Scef, padre di Scyld ed avo di Geat:

Anno 857

Denique post annum Athulf rex obiit, cuius corpus requiescat in urbe Vuintona. Igitur præfatus rex fuit filius Ecgbyrthi regis, cuius auus Ealhmund, proauus Eafa, atauus Eoppa, abauus Ingild, Ines frater, Occidentalium Anglorum regis, qui Romæ finierat uitam, traxeruntque supra dicta reges a Cenred rege originem. Cenred fuit filius Ceoluuald. Auus [1] quippe eius Cuthuuine [2], proauus Ceaulin, atauus Cynric, abauus Cedric, qui et primus possessor Britanniæ partis occidentalis superatos exercitus Brittannorum, cuius pater fuit Elesa, auus Elsa, proauus Geuuis, atauus Vuig, abauus Freauuine, sextus pater eius Frithogar, septimus Brand, octauus Balder, nonus Vuothen, decimus Frithouuald, undecimus Frealaf, duodecimus Frithouulf, tertius decimus Fin, quartés decimus Godulfe, quintus decimus Geat, sextus decimus Tetuua, septimus decimus Beo, octauus decimus Scyld, nonus decimus Scef. Ipse Scef cum uno dromone aduectus est in insula oceani que dicitur Scani, armis circundatus, eratque ualde recens puer, et ab incolis illius terræ ignotus. Attamen ab eis suscipitur, et ut familiare diligenti animo eum custodierunt, et post in regime eligunt; de cuius prosapia ordinem trahit Aðulf rex. Transmeatusque est tunc numerus annorum quinquagessimus quintus, ex quo Ecgbyrth cepit regnare. 

- Chronicon Æthelweardi, libro III, anno 857

che tradotto suonerebbe più o meno così:

Infine, dopo un anno re Æthelwulf morì, il suo corpo riposa nella città di Winchester. 
Ora, il suddetto re fu figlio del re Egbert, suo avo [fu] Elmund, suo bisavolo [fu] Eafa, suo trisavolo [fu] Eoppa, suo bisarcavolo [fu] Ingild, fratello di Ina, re degli Angli Occidentali, che a Roma finì la [sua] vita; e i suddetti re ebbero origine da re Cenred. Cenred fu figlio di Ceolwald. In più suo avo [fu] Cuthwin, suo bisavolo [fu] Ceawlin, suo trisavolo [fu] Cynric, suo bisarcavolo [fu] Cedric, il quale - sconfitta l’armata dei Britanni - fu il primo signore delle parti occidentali della Britannia; suo padre fu Elesa, suo avo [fu] Elsa, suo bisavolo [fu] Gewis, suo trisavolo [fu] Wig, suo bisarcavolo [fu] Freawin, figlio di Frithogar, figlio di Brond, figlio di Beldeg, figlio di Woden, figlio di Frithowald, figlio di Frealaf, figlio di Frithuwulf, figlio di Finn, figlio di Godwulf, figlio di Geat, figlio di Tætwa, figlio di Beaw, figlio di Scyld, figlio di Scef. 
Questo Scef fu portato su una lunga nave in un’isola dell’Oceano che è detta Scani, cinto di armi, ed era poi un giovane fanciullo, ed ignoto agli abitanti di quella terra. Ciononostante fu da questi accolto, e come loro familiare - con animo diligente - lo custodirono, e più in là lo elessero loro sovrano; da questa stipe il re Æthelwulf trasse la discendenza. A quel tempo si concluse il cinquantacinquesimo degli anni dal quale Egbert prese a regnare.

Ecco che Scef viene presentato come sovrano di coloro che abitavano l’isola di Scani, il cui nome non viene riportato da Æthelward.

È possibile però rifarsi al passo del libro IV delle ‘Gesta Regum anglorum’ ( i.e. “Gesta dei re Angli”, completato nel 1125 ) di quel William di Malmesbury che si riteneva erede di Beda il Venerabile ( i.e. monaco anglosassone che a buon diritto viene considerato padre della storiografia inglese, nacque intorno al 672/3 e morì il 26 Maggio 735 ) e che desiderava riempire quei buchi che erano rimasti nella storiografia anglosassone dalla morte di Beda sino ai suoi giorni. 
Nel redigere la sua opera egli attinse al patrimonio storiografico precedente; si ispirò alla ‘Vita Ælfredi regis Angul Saxonum’ ( i.e. “Vita di Alfred re degli Anglosassoni”, risalente al 893 c.ca ) del monaco Asser ( i.e. termine ebraico, usato ad esempio nel secondo libro di Ester, che sta per “beatitudine” ) come anche all’opera di Æthelward. Da quest’ultima riprese la narratio dell’arrivo di Sceaf e la inserì, come in precedenza aveva fatto lo stesso Æthelward, nella genealogia di re Æthelwulf seppur mutandone alcune parti.

[…] Sceldius Sceaf. Iste, ut ferunt, in quandum insulam Germanniæ Scandzam, de qua Jordanes historiographus Gothorum loquitur, appulsus naui sine remise puerulus, posito ad caput frumenti manipulo dormiens, ideoque Sceaf nuncupatus, ab hominibus regionis illius pro miraculo exceptus et sedulo nutritus, adulta ætate regnauit in oppido quod tunc Slaswic, nunc uero Haithebi appellatur. Est autem regio illa Anglia Vetus dicta, unde Angli uenerunt in Britannia, inter Saxones et Gothos constituta. Sceaf fuit filius Heremodii; Heremodius Stermonii; Stermonius Hadræ; Hadra Gwalæ; Gwala Bedwegii; Bedwegius Strefii ( hic, ut dicitur, fuit filius Noe in archa natus ).

- Gesta Regum anglorum. libro IV

La traduzione di questo passo segue ora:

[…] Sceld di Sceaf. Questo Sceaf, come raccontano, approdato appena fanciullo su quell’isola della Germania [detta] Scandza, di cui parla lo storico dei Goti Jordanes, con una barca senza rematori, dormiente con un fascio di frumento posto vicino al capo - per questo venne chiamato Sceaf - dopo essere stato accolto dagli uomini di quella regione come un prodigio degli dei e diligentemente nutrito, in età adulta regnava su quella città che ora è chiamata Hedeby ma che allora [era nota come] Slaswic. Proprio quella regione è detta Old Anglia, dalla quale gli Angli giunsero in Britannia, stretta fra Sassoni e Goti. Sceaf fu figlio di Heremod,; Heremod di Stermon; Stermon di Hathra; Hathra di Gwala; Gwala di Bedwig; Bedwig di Streph ( questi, si dice, fu figlio di Noè nato sull’arca ).

Tralasciando l’indiretta citazione dell’opera di Asser ( i.e. ‘hic, ut dicitur, fuit filius Noe in archa natus’, “questi, si dice, fu figlio di Noè nato sull’arca” ) e l’accenno al fascio di frumento che contraddice la versione di Æthelward che vede il piccolo Scef attorniato da armi, è importante notare come qui William di Malmesbury sostituisca il sostantivo ‘Scani’ di Æthelward con ‘Scandza’. 
Non è un caso che all’inizio del primo libro della ‘Origo Gentis Langobardorum’ ( i.e. “Origine della stirpe dei Longobardi” ) sia citata come sede di origine del popolo longobardo un’isola il cui nome, Scadanan, è affine a Scandza:

Est insula qui dicitur scadanan, quod interpretatur excidia, in partibus aquilonis, ubi multae gentes habitant […]

- Origo Gentis Langobardorum, libro I

ossia:

Nelle zone molto settentrionali vi è un’isola che è detta Scadanan, traducibile con ‘tramonti’, dove vivono molte stirpi […]

Ecco che si riaffaccia ancora un possibile legame fra Sceaf e la stirpe longobarda, la quale, secondo quanto sinora riportato, lo accolse “come un prodigio degli dei”. Sceaf sembrerebbe dunque avere forti legami con il divino; ecco che le asserzioni fatte in precedenza sulla natura mitico divina di Sceaf e sul suo legame al mondo agreste ricevono ulteriore conferma.

L’ultima attestazione in ambito medievale anglosassone di Sceaf e di suo figlio Scyld coincide con un diploma genealogico del secolo XV stilato per il re Enrico VI nel quale il riferimento alle figure di Sceaf e di Scyld è duplice. 
Nel diploma vi è uno stemma araldico che mostra Steph ( i.e. Sceph, ossia Sceaf ) come padre di Steldius ( i.e. Sceldius, ossia Sceld/Scyld ), il quale a sua volta era padre di Boerinus, che a sua volta era padre di “Cinrinicius, Gothus, Jutus, Wandalus, Gethius, Fresus, Suethedus, Dacus et Geate”, ossia dei progenitori di tutte le stirpi germaniche che allora risiedevano nella Scandinavia e nella Mitteleuropa.
Oltre allo stemma vi è poi una glossa il cui testo in latino ripropone quanto in precedenza detto:

Iste Steldius primus inhabitator Germaniæ fuit. Que Germania sic dicta erat, quia instar ramorum germinancium ab arbore, sic nomen regnaque germania nuncupantur. In nouem filiis diuisa a radice Boerini geminauerunt. Ab istis nouem filiis Boerini descenderunt nouem gentes septentrionalem partem inhabitantes, qui quondam regnum Britannie inuaserunt et optinuerunt, videlicet Saxones, Angli, Iuthi, Daci, Norwagences, Gothi, Wandali, Geathi et Fresi.

che tradotto suonerebbe più o meno così:

Questo Steldius fu il primo abitante della Germania. In più la Germania fu così chiamata, a guisa dei rami che si sporgono da un albero; in tal maniera il nome ed i regni sono chiamati germania. Riguardo a quei nove figli originatisi dalla radice di Boerin, essi si moltiplicarono. Da questi nove figli di Boerin discesero le nove stirpi che vivono nella regione settentrionale, le quali un tempo invasero e tennero il regno di Britannia, ossia i sassoni, gli Angli, gli Juti, i Dani, i Norvegesi, i Goti, i Vandali, i Geati ed i Frisoni.

In conclusione, da quanto sinora detto, Scyld e Sceaf sono figure appartenenti ad un mito fondativo legato all’antico passato germanico che rimane avvolto nelle nebbie della Storia.


Bibliografia

- Alexander M. Bruce ‘Scyld and Scef, expanding the Analogues’, 2002
- Raymond W. Chambers “Beowulf, an introduction to the study of the poem”, 1921
- John M. Kemble “A Transaltion of the Anglo-Saxon Poem of Beowulf”, 1837
- Kevin S. Kiernan “Beowulf and the Beowulf Manuscript”, 1997

- Testi in traduzione inglese online:
- Testi in latino online:

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