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giovedì 20 febbraio 2020

Relazioni fra lo Studium di Napoli ed il sostrato notarile-giuridico ad esso precedente - Parte I

da: https://www.lacooltura.com/2018/12/rinascita-culturale-federico-ii/federico-ii-exultet/

La scelta di Napoli come sede dello Studium di diritto che Federico II fondò nel 1224, come testimoniato dalla circolare salernitana del Giugno dello stesso anno, fu dettata da ragioni politiche e logistiche ben precise[1].
Il neonato Studium fu così posto al centro di una zona dove la tradizione notarile-giuridica dei secoli XI e XII aveva favorito la gemmazione spontanea di scholæ di retorica e di diritto.


Capitolo 1: Antefatto

1.1 Amalfi, Salerno ed i notai del secolo XI
Afferenti alla zona di cui si accennava nell’introduzione, Amalfi e Salerno si presentano come esempio perfetto di quella pluralità di iura che è alla base della tradizione notarile-giuridica del Meridione.
Prima della conquista normanna, avvenuta nel 1073 e che apporterà numerose novità in ambito giuridico[2], il ducato di Amalfi era un minuscolo stato costiero resosi indipendente nel 957 quando Mastalo II, conte di Amalfi dal 953 per nomina bizantina, si intitolò duca. Nel 1034 medio mense februario indictione secunda ( v. Francesco Senatore, Medioevo. Istruzioni per l’uso, p. 85 ) lo scriba[3] Giovanni del ducato di Amalfi rogò una permuta tra due soggetti privati con cui una certa Maria cede al padre Giovanni la sua quota d’usufrutto di un mulino ad acqua in cambio di uno scibrum ( i.e. “cassettone” ) e di una lena villutata ( i.e. “coperta in lana” ). Il documento in questione è redatto da un notaio, dunque da un professionista della scrittura che, sulla base dell’auctoritas che gli viene riconosciuta dal pubblico che assiste alla stesura dell’atto e che egli traduce nel testo attraverso una serie di forme e di stilemi propri del mondo notarile[4], è in grado di dare validità allo scritto. Figura centrale per tutto ciò che riguardasse la sfera privata del diritto altomedievale è appunto il notaio, custode primo delle consuetudini locali; proprio su queste si costruiva il diritto privato altomedievale che può essere dunque inteso come prodotto della società stessa in cui esso vige e con la quale si trasforma. Solamente nel 1231 con le Costituzioni Melfitane di Federico II, che annullavano le leggi e le consuetudini precedenti in contrasto con le “nuove” disposizioni, si viene in parte a perdere quella germinazione spontanea del diritto che è tipicamente altomedievale.
Torniamo ora al documento dello scriba Giovanni. Da esso traspare lo ius al quale il ceto notarile e dunque la popolazione di Amalfi si rifaceva; il fatto che Maria compia la permuta in tutta libertà è indice del fatto che le fosse riconosciuta la stessa capacità giuridica di un uomo, caratteristica propria dello ius romanorum per il quale la donna era domina ( i.e. “padrona di sé stessa” ). Contemporaneamente, in quel principato di Salerno, che fu ultima roccaforte longobarda a piegarsi ai normanni[5], vigeva lo ius langobardorum per il quale le donne non potevano compiere transazioni economiche senza la presenza del mundualdo[6].
Lungi dal voler negare, con quanto sinora detto, l’effettiva compenetrazione fra ius romanorum e ius langobardorum che era alla base delle consuetudini locali, i due esempi qui presentati offrono uno scorcio sul quadro generale della tradizione giuridica del meridione pre-normanno e dunque pre-feudale.

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  • [1] Nella circolare del 5 Giugno 1224, oltre ad essere ben manifesto che la fondazione dello Studium di Napoli riguardava soprattutto il regno ed i regnicoli, viene posto l’accento sulla posizione favorevole di Napoli, città ubi rerum copia, ubi ample domus et spatiose satis et ubi mores civium sunt benigni; ubi etiam necessaria vite hominum per terras et maritimas facile transvehuntur ( v. Fulvio delle Donne, Per scientiarum haustum et seminarium doctrinarum, pp. 165-166 ). Oltre alla felice collocazione di Napoli in quella zona del regno, la Campania, che era la più urbanizzata e vivace, bisogna soprattutto tener in conto la plausibilità che Federico II, nel tentativo di creare un monopolio accademico statale slegato dall’influenza papale, vedesse nella scelta della città di Napoli un vantaggio politico rispetto agli altri poli culturali della Campania quali erano Benevento, città da sempre contesa con il papato, e Capua, città che per posizione geografica era troppo vicina ai domini papali.
  • [2] Si intendono quelle norme emanate da Ruggero II di Sicilia e promulgate nelle Assise di Ariano fra il 1140 ed il 1142. Di queste leggi, che avranno fondamentale importanza per la redazione delle Costituzioni Melfitane sotto Federico II, si parlerà più dettagliatamente in seguito.
  • [3] Nel ducato di Amalfi i notai erano detti scribi ( dall’etimologia incerta, forse derivante dal greco skebríon e dunque sopravvivenza della precedente dominazione bizantina o dal latino scribere ); dalla seconda metà del secolo XI assunsero invece l’appellativo di curiali.
  • [4] e.g. la scrittura con cui viene vergato il testo ( in questo caso la curiale amalfitana ) oppure formule del testo ( in questo caso la sanctio che chiude il corpo della permuta, volutamente sproporzionata rispetto al reale valore dei beni oggetto di scambio): tutti strumenti volti a formalizzare l’atto.
  • [5] Sotto il principato di Gisulfo II, la città longobarda di Salerno fu assediata e conquistata nel 1076 da Roberto il Guiscardo. In seguito alla capitolazione di Gisulfo II, avvenuta nel 1077 nella rocca sul monte Bonadies dove egli si era asserragliato, il principato longobardo di Salerno cadde in mano ai normanni. Come per il ducato di Amalfi, la dominazione normanna condizionerà la tradizione notarile-giuridica del principato di Salerno.
  • [6] Il mundualdo è il titolare del mundio ( i.e. dal sostantivo proto-germanico *mundō, ossia “mano, protezione” ), termine che nel diritto germanico va ad indicare nei rapporti interni al nucleo familiare la potestà assoluta esercitata dal capofamiglia sui rimanenti membri previa garanzia di protezione.

Note:
Essendo questa una tesina universitaria svolta per il corso di Storia Medievale III (2019 - 2020) tenuto dalla professoressa Lidia Capo, ne sono vietati l'utilizzo e la condivisione da parte di terzi non affiliati a questo sito

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