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martedì 21 aprile 2020

Il sacrificio umano alla "Stella del Mattino"

Il sacrificio umano nelle popolazioni del centro e sud america era molto diffuso, mentre nell'America settentrionale era quasi assente, tranne per una popolazione, i Pawnee.
I Pawnee, popolazione stanziatosi nell'odierno Nebraska, si dividevano in quattro gruppi: Chaui, Pitahauerat, Kitkehahki e Skidi.
I guerrieri di questa popolazione erano caratterizzati dalla pettinatura a cresta, detta Pariki.
Come anticipato, questo popolo era solito al sacrificio umano, in questo caso in onore della Stella del Mattino, che secondo le loro credenze, si congiunse con la Stella della Sera per dare vita al primo essere umano, il sacrificio serviva inoltre per benedire il raccolto, caratterizzato da mais, fagioli e zucche.
Le vittime erano ragazzine catturate nelle incursioni contro i nemici di sempre, Lakota e Cheyenne, questo rito veniva celebrato in primavera.
Vi sono varie testimonianze e versioni di questa pratica, ne citeró due delle più affidabili.
In una versione, una ragazzina di quattordici anni fu dipinta per metà di nero e per l'altra metà di rosso, condotta su una impalcatura costruita per la cerimonia, e legata ad una forca o croce.
Al culmine delle danze rituali, la vittima veniva diciamo "rosolata" con fiaccole, per poi essere bersagliata dalle frecce dei guerrieri presenti.
Infine il capo cerimonia, aveva l'onore di strapparle il cuore e mangiarlo, mentre il compito dei guerrieri consisteva nel fare a pezzi il corpo, per poi mettere le parti in ceste, una volta giunti ai campi in semina, le parti amputate venivano "strizzate" per farne uscire il sangue rimasto, spargendolo sulla semina stessa.
Anche nella seconda versione che cito, la ragazza era legata ad una sorta di forca, da est giungevano due guerrieri, che con delle fiaccole la marchiarono nelle cavità delle braccia e dell'inguine, in seguito la vittima veniva colpita da altri quattro uomini, con le mazze.
Infine lo stesso guerriero che la catturó, scagliava contro la vittima sacrificale una freccia dritta al cuore, contemporaneamente un'altro con una "mazza sacra ornata con i segni della stella del mattino" le sfondava il cranio.
Prima di essere slegato, il corpo senza vita della giovane, veniva squarciato dal sacerdote, il quale si cospargeva il corpo col sangue della vittima stessa.
Prima di concludere la cerimonia, tutti i membri maschi, facevano quattro giri intorno alla forca, bersagliando il corpo con frecce, vi è anche una parte diciamo sessualmente macabra, ma non la citeró, essendo anche la testimonianza di essa, non certa.
Infine la salma veniva adagiata su di una impalcatura costruita nel mezzo al campo seminato, con il volto rivolto verso il terreno, per benedire il campo con le ultime gocce di sangue.
L'ultima vittima di questa pratica, fu una ragazza Oglala di nome Haxti, sacrificata ​​il 22 aprile 1838.

Articolo di Pedro Bondanini in collaborazione con le vie di Wodanaz

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