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lunedì 27 aprile 2020

Lo Swastika e il Labirinto - Parte III

Torniamo ora al Minotauro cretese Asterione.
Stando a quanto racconta il mito, questi era stato generato dall’unione fra il Toro di Creta e la regina cretese Pasifae, unione scaturita da un impulso irrazionale ed irresistibile che rapì quest’ultima. Questo impulso fu istillato in lei dal dio Poseidone, irato per non aver ricevuto in sacrificio dal re Minosse il migliore fra i tori che questi possedeva; l’esemplare più prestante era proprio il Toro di Creta di cui Poseidone aveva fatto temporaneamente dono al re cretese con la condizione di riceverlo poi in sacrificio, condizione che Minosse violò.
Essendo il Toro di Creta filiazione diretta del dio Poseidone, si può asserire che il Minotauro non sia altro che l’ipostasi del Toro Divino. Ciò che vale per il minotauro Asterione vale anche per il Tarvos neolitico (fra i Celti divenne noto come Tarvos Trigaranos), per il toro celeste sumero, per la cavalcatura di Europa come pure per quel toro che è al servizio di Tarhunt (dio hurrita del cielo e della tempesta).

Il Toro è l’emblema di quell'energia caotica che può essere domata solo dalla divinità.
Seguendo questa linea di pensiero, il Toro è l’equivalente del serpente cornuto che affianca Kernunnos ed è identificabile con quel Zagreo multiforme che, secondo Eschilo, va a coincidere con quel Dioniso generato dall’unione fra Plutone, tramutatosi in serpe, e Proserpina.
Zagreo è deificazione di quella scintilla divina che riluce nel profondo degli Inferi come anche nel profondo di noi stessi; egli è intelletto cosmico come anche è guida posta al centro del mandala dell'universo, ossia al centro del Labirinto.

Gianluca Vannucci, in collaborazione con le vie di Wodanaz


P.S. L'autore di questo articolo ha anch'egli un suo blog di cui il link ora segue: https://ilfuocoeterno.blogspot.com/

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