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domenica 26 aprile 2020

Lo Swastika e il Labirinto - Parte II

Il centro dello Swastika e dunque del Labirinto è quel punto assolutamente immobile che nell’iconografia cretese non a torto viene rappresentato come una stella. Quelle stelle della costellazione dell’Orsa Maggiore che vanno a comporre il Grande Carro, ruotano attorno alla stella del Nord, la stella polare, e con il mutare delle stagioni creano nella volta celeste il seguente disegno:

Rotazione annuale del Grande Carro attorno alla stella polare.

Ecco che il Labirinto rappresenta il viaggio dell’anima verso la luce che questo custodisce nel suo centro; durante questo viaggio l’anima lascia dietro di sé tutte le illusioni della vita terrena, quelle apparenze esteriori create da Maya, per arrivare allo stato di pura beatitudine che è assoluta veritas e consapevolezza.

Analizziamo ora la figura del cosiddetto Minotauro, ai più nota grazie al mito attico di Teseo.
Seppure la narrazione del suddetto mito sia in parte inficiata dall’insofferenza che Ateniesi e Cretesi provavano l’uno per l’altro, ragione per cui nella narrazione attica la dimensione cretese è attanagliata dal mostruoso che ha personificazione nel suddetto Minotauro, è necessario andare oltre queste minuzie fuorvianti che null’altro sono se non illusioni da sciogliere nel percorrere il sentiero che porta alla verità.
L’essenza del Minotauro, il cui stesso nome Asterion (italianizz. ‘Asterio, Asterione’, ossia “stellato”) racchiude nel suo etimo una dimensione astrale, rimanda ai versi misterici delle lamine orfiche (i.e. Totenpass, ossia passaporti per l’aldilà che vengono riposti nelle sepolture dei defunti in area mediterranea) «son figlio della Terra e del Cielo stellato; sì, la mia preghiera è celeste» (lamina orifica della Tessaglia del IV secolo a.e.c.).
Le sette sorelle (i.e. le Pleiadi), astri che regolavano lo scorrere delle ritualità contadine nel mondo greco classico (e.g. «Quando sorgono le Pleiadi, figlie di Atlante, incomincia la mietitura; l'aratura, invece, al loro tramonto. Queste sono nascoste per quaranta giorni e per altrettante notti; poi, inoltrandosi l'anno, esse appaiono appena che si affili la falce.» Esiodo, Le opere e i giorni, III 383-86), in alcuni periodi dell’anno assumono la forma di un Liṅga (i.e. sanscrito per “segno, marchio”), simbolo di forma ovale che spesso rappresenta la forma dell’Assoluto trascendente privo di fine e di inizio; per questa ragione è legato a Shiva.

Moneta cretese con minotauro e labirinto stellato.
Si noti la forma a swastika del suddetto labirinto.






Gianluca Vannucci, in collaborazione con le vie di Wodanaz


P.S. L'autore di questo articolo ha anch'egli un suo blog di cui il link ora segue: https://ilfuocoeterno.blogspot.com/

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