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giovedì 13 giugno 2019

La sopravvivenza del culto arcaico in epoca cristiana

Articolo primo di una serie

Con questo scritto inauguriamo oggi una serie di articoli che si occuperanno di analizzare le sopravvivenze, nella cultura contadina europea, dei culti arcaici.
Dalla pianura padana al mar baltico, passando per la Germania e fino alle isole britanniche e ovunque in terra d’Eurasia le ritualità antiche sono sopravvissute, coperte appena, talvolta, da una polverosa patina desertica. Nonostante la spietata repressione operata dagli schiavi di Yhwh e dalle loro schiere ed il loro tentativo di appropriazione molto di questi riti sono giunti fino a noi, ed è nostra responsabilità preservarli per chi verrà dopo di noi.
Disprezzare le credenze contadine, solitamente in nome di un accademismo fine a se stesso, è quanto di più sbagliato chi segue la via antica possa fare. Non solo alle dorate epoche del culto pubblico deve andare il nostro pensiero ma anche ai secoli della lotta sotterranea e della preservazione, ruolo che venne svolto, nella maggioranza dei casi, dalla classe contadina e dalla piccola nobiltà di campagna, ovvero coloro che, lontano dalle città e dai miasmi del culto desertico, hanno potuto tenere viva la fiamma dell’antica fede.
Sta ora a noi, a tutti noi, fare in modo che i nostri piccoli fuochi tornino ad ardere con la forza che meritano tornando ad infiammare l’eurasia con la fede negli antichi culti.

In questo primo capitolo ci occuperemo di un’usanza peculiare, anche diffusa nella Sassonia inferiore nel secolo scorso.
Al termine della raccolta dei cereali la tradizione voleva che il proprietario terriero lasciasse un ultimo covone, solitamente di frumento ma molto probabilmente anche di altri cereali quali segale o orzo, sul campo.

Esso è consacrato a Woda (Woden), lasciato come cibo per il fiero destriero del Dio.
La preservazione del rito fino ad un’epoca recentissima ci ha permesso di sapere anche una preghiera che, solitamente, veniva pronunciata durante il rito.
La riportiamo in lingua originale, seguita da una traduzione, effettuata da noi e che potrebbe risultare imperfetta ad un occhio critico ma che, speriamo, possiate apprezzare.

Woda, Woda
Hal dinem Rosse nun Voder
Nu Distel unde Dorn
Achter Jar beter Korn!

Wotan, Wotan,
Prendi ora del cibo per il tuo destriero,
[Prendi per] oggi Cardo e Spina,
L'anno venturo [troverai] un raccolto migliore!

Impossibile, per chi si interessi seriamente alla via antica e abbia avuto modo di leggere gli incantesimi di Merseburgo, non trovarvi somiglianze.
Questo stralcio di fede originaria, sopravvissuto fino all’epoca moderna, è una testimonianza preziosissima, integrazione salutare a ciò che già conosciamo sulla fede dei nostri antenati.
Ne seguiranno altre, speriamo.
Nel caso siate a conoscenza di formule dedicate agli Dèi arcaici vi invitiamo a contattarci in pagina, questo blog, ed il progetto ad esso collegato, si regge prima di tutto sulla collaborazione fra chi scrive e chi legge.

Che gli Dèi vi proteggano.

Hailaz Wodanaz!

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