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lunedì 3 giugno 2019

Meritocrazia familiare, radicamento rurale e società clanica

Per una visione tradizionale e comunitaria del merito

Cos’è il mondo moderno? Questo grande “moloch” che sembra inarrestabile sulla cui avanzata e sul cui deserto morale e culturale sono state scritte milioni di pagine? Per taluni è una semplice evoluzione del mercantilismo secentesco, e vi è verita in questo, per altri l’espressione più o meno dura di oscuri gruppi di interesse e per altri ancora è “il migliore dei mondi possibili”, a seconda di quale che sia la propria posizione in merito.
Ma cos’è, in definitiva, questa modernità di cui tanto si ciancia? L’io, molto semplicemente.
Ego ego ego, questa è la parola d’ordine di un sistema che ci vorrebbe sempre più atomizzati, legati al solo presente, senza passato e senza futuro, non semplici consumatori acritici - un traguardo che è stato già raggiunto almeno quarant’anni fa e rinforzato un tempo dall'essenza della CE e dall'UE oggi - ma veri e propri sradicati, facilmente spostabili e rimpiazzabili, merci, in definitiva.
Non c’è spazio per il passato, con il suo scomodo bagaglio di eroismo, violenze ed esaltazione, così come non ve n’è per il futuro, per i figli, che sono l’unico investimento realmente valido per il futuro di un popolo.
Ed è così che le ambizioni personali e i piaceri effimeri divengono le cose più desiderabili per l’uomo senza qualità, che sacrifica i suoi anni migliori ed il proprio sangue sull’altare del dio denaro. Egli è di casa ovunque ma il contempo non mette radici in alcun luogo, Londra, Tokio o Stoccolma sono per lui poco più che tappe, non luoghi sfondo di una vita vuota, priva di qualunque slancio spirituale. Il viaggio diviene per molti il miglior investimento possibile, fonte secondo questi di illuminazioni mistiche sulla natura umana e le sorti del mondo. L'essenza delle varie nazioni viene così mercificata e snaturata divenendo semplice diletto per quei pellegrini che vanno a visitarla.
Gli individui diventano così meri contenitori da riempire con lo sfavillante marciume del consumismo e con identità posticce, spesso del tutto campate per aria; ci si definisce così “non-binary”, “nerd”, “cittadini del mondo” o con altre etichette simili, tutte egualmente farlocche.
Ecco che il divenire ciò che si è nati per essere assume i colori di un atto rivoluzionario e arcaico ad un tempo, a ragion veduta. Al tempo della società liquida prendere una posizione e difenderla contro tutti e tutto è un autentico atto di sovversione.
Noi non vogliamo avere molto, non ci interessa, così come non siamo interessati nel perseguire un percorso che sia mera proiezione tangibile del nostro ego, noi vogliamo porci in continuità con coloro che ci hanno preceduto e vogliamo tramandare quel che riusciremo a costruire a coloro che verranno dopo di noi.
Vogliamo lottare per i nostri Dèi, per la nostra gente, perché ciò che un tempo era continui ad essere scevra di ideologie innaturali e semplicistiche figlie della scuola roussoiana che frenino questo percorso appellandosi alla pietà nella e per la storia. È con questi ideali che abbiamo deciso di mettere in piedi questo progetto, nella convinzione che per la rinascita del culto degli Dèi e di una società più sana non vi sia altra via che il superamento dei facili egoismi e la volontà di costruire qualcosa che duri più della nostra vita.
La nostra concezione del mondo è quindi familiare e ciò che vorremmo costruire, per il futuro, è una reta di comunità claniche, legate fra loro dalla condivisione di un’unica fede ed un unico destino, pur mantenendo come la più preziosa delle caratteristiche la nostra diversità.
L’uomo senza una stirpe, senza una patria, è come una foglia in autunno, destinato a morire ed in balia dei venti, allo stesso modo una società aperta è una società morta, che non ha più alcunché da difendere, che non è più in grado di tramandare se stessa, di preservarsi per coloro che verranno.
La famiglia, intesa come cellula basilare di ogni società, ed il suo naturale complemento che è il clan sono ciò da cui occorre ripartire per costruire un mondo nuovo e antico che si ponga come ponte tra ciò che era - i nostri antenati - e ciò che sarà - i nostri discendenti.
Sarà questo un mondo realmente eterno in quanto invincibile.

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