Poche cose sono indice dei cupi tempi nei quali viviamo quanto la completa devirilizzazione della classe aristocratica indoeuropea che per millenni ha costituito la spina dorsale del sistema sociale, e militare, del nostro continente.
Una classe un tempo forte, una istituzione militare e spirituale plurimillenaria, formata da uomini in grado di emergere veramente fra i propri pari per forza, arguzia e carisma, consumata da più di un millennio di malsana dottrina semitica.
Per secoli e secoli fu impedito a uomini e donne di valore di riprodursi in nome di un abominevole servizio ad un Dio straniero, il matrimonio divenne una questione politica, di “classe” e non un’unione tesa al concepimento e alla formazione di figli fisicamente e spiritualmente sani, in grado di superare nelle gesta e nel valore i propri antenati.
Inutile sottolineare come questo sia possibile solo ritornando alla vera fede, e ai veri Dèi del nostro popolo.
Non sarà certo una divinità a noi estranea, e che ha prosperato per millenni a scapito della nostra gente, a darci l’istruzione, la guida e la forza necessarie.
Solo nella fede negli Dèi immortali, nei fuochi notturni e nella forza di volontà risiedono le chiavi della rinascita del nostri popoli.
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