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sabato 6 luglio 2019

Delfi e il suo oracolo


“E presso scorre il fonte dall’acque bellissime, dove
il Dio figlio di Giove dall’arco d’argento, trafisse
la Dragonessa grande, gigante selvaggio prodigio,
che tanti danni recava degli uomini all’agili greggi,
e tanti a loro stessi: ché era un cruento flagello.
A questa Era, la Diva dall’aureo trono, una volta,
Tifone, orrendo mostro crudele affidò, per nutrirlo.”

(Inno omerico ad Apollo)

Un tempo, quando il mondo era giovane, il Dio Apollo affrontò ed uccise il serpente pitone, il corpo di questi cadde in una fessura nel terreno, ciò accadde sul monte Parnaso, a Delfi, luogo destinato a divenire altamente sacro per tutte le genti dell’Ellade (e, di conseguenza, per tutti le genti di sangue indoeuropeo).
Venne edificato un tempio, ed un oracolo, conosciuto con il nome di Pizia, al quale uomini liberi e sovrani domandavano consiglio per ricevere la saggezza di Apollo.
Il ruolo di Pizia non era riservato ad una sola persona ma venne ricoperto contemporaneamente da varie sacerdotesse, scelte per la propria virtù.
Inizialmente questa carica era riservata alle sole vergini ma successivamente, a causa di Echecrate di Tessaglia, che rapì e violentò una veggente della quale si era invaghito, venne decretato che nessuna vergine avrebbe più dovuto ricoprire quel ruolo che venne quindi riservato a donne di età più matura che avrebbero però continuato ad indossare vesto da vergini, a ricordare l’antica usanza.

Esse sedevano, sempre e solo una alla volta, su di un tripode, posto sulla stessa fessura nella quale Pitone precipitò, ed ispirate dal Dio parlavano per sua bocca concedendo agli uomini saggezza, guida ed istruzione.
Il sacro tempio, rimasto attivo per più di duemila anni, venne chiuso per ordine dell’Imperatore Teodorico I, sotto la mefitica influenza del Dio semita, tramite i mai abbastanza maledetti decreti teodosiani.
Le sue rovine, ad ogni modo, rimangono ancora oggi un luogo altamente sacro, e tale rimarrà fino al giorno in cui l’antica fede tornerà alla gloria che le spetta ed un nuovo tempio sorgerà nuovamente sul monte Parnaso.

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