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venerdì 1 marzo 2019

I boschi sacri e l'albero cosmico- seconda parte

Nel bosco si va anche a trovare la bacchetta magica, come narra lo Skírnismál:

“Al bosco sono andato
nell’umida foresta,
la magica verga a prendere;
la magica verga ho preso” (9).

Come sottolinea la Chiesa Isnardi il bosco è nella Tradizione Nordica (parte integrante di quella Germanica) anche “spazio protetto dove appartarsi per un periodo di rigenerazione in attesa di entrare in un nuovo ciclo di vita” (10).

Nel Gylfaginning si racconta come durante il Ragnarök:

“Nel bosco detto di Hoddimímir, due persone si nasconderanno dalla fiamma di Surtr. Così si chiameranno: Líf e Leifþrasir. Essi avranno la rugiada del mattino come cibo e da loro verrà una progenie così grande che popolerà tutto il mondo” (11).

Finita l’orrenda distruzione del Ragnarök (il Fato delle Potenze, ovvero il Fato degli Dèi), chiuso il ciclo, comincerà quindi una nuova Età dell’oro, e le stirpi nordiche risorgeranno da quel bosco sacro.
È da ricordare inoltre, come bosco sommamente sacro nella Tradizione Nordica, Glasir, lo splendente, “del quale si dice che sta in Ásgarðr davanti alle porte della Valhalla e ha foglie di oro rosso” (12).

Fra i molti alberi del bosco alcuni sono particolarmente importanti, come il Frassino, la Quercia, il Tasso, l’Olmo, il Melo, il Noce, il Nocciolo e il Vischio.
Il Frassino è il più eccelso di tutti nella Tradizione Nordica, in quanto è l’Albero Cosmico, Yggdrasil.
Nella Voluspá è scritto infatti:

“So che un frassino s'erge
chiamato Yggdrasill,
alto albero asperso
di bianca argilla.
Di là viene la rugiada
che cade nella valle,
si erge sempre verde
su Urðarbrunnr” (13).

E ancora:

“Ricordo i giganti
nati in principio,
quelli che un tempo
mi generarono.
Nove mondi ricordo
nove sostegni
e l'albero misuratore, eccelso,
che penetra la terra” (14).

E ancora:

“Da quel luogo vengono fanciulle
di molta saggezza,
tre, da quelle acque
che sotto l'albero si stendono.
Ha nome Urðr la prima,
Verðandi l'altra
(sopra una tavola incidono rune),
Skuld quella ch'è terza.
Queste decidono la legge,
queste scelgono la vita
per i viventi nati,
le sorti degli uomini” (15).

Così appare il frassino cosmico Yggdrasill nelle tre stanze della Voluspá citate, immenso ed eccelso albero, axis mundi, che sostiene tutti i nove mondi.
Qui siamo nel cuore della Tradizione Nordica.
Intorno ad Yggdrasill ruota l'intero Cosmo, con i suoi nove mondi:

Ásaheimr (il mondo degli Æsir, chiamato anche Ásgarðr, dal nome della rocca degli Æsir)
Álfheimr (il mondo degli Álfar)
Miðgarðr (il mondo degli uomini)
Jotunheimr (il mondo degli Jotnar)
Vanaheimr (il mondo dei Vanir)
Niflheimr (il mondo del ghiaccio e della nebbia)
Múspellsheimr (il mondo del fuoco)
Svartálfaheimr (il mondo dei Døkkálfar e dei Dvergar)
Helheimr (il mondo dei morti)

Ad una delle sue radici sorge la fonte di Urðarbrunnr, luogo eccezionalmente sacro, in cui vivono le tre Norne, Urðr, Verðandi e Skuld, le Signore del Fato, che decidono i destini degli uomini.
Essa è la prima delle tre radici del frassino cosmico.
Nel Gylfaginning è scritto:

“Quindi parlò Gangleri: “Dove si trova la residenza principale o il luogo più sacro degli dèi? ”
Rispose Hár: “Si trova presso il frassino Yggdrasill. Là gli dèi devono tenere il loro consiglio ogni giorno”.
Quindi parlò Gangleri: “Cosa c'è da dire di questo luogo?”
Allora disse Jafnhár: “Il frassino è di tutti gli alberi il più imponente e il migliore; i suoi rami si estendono su tutto il mondo e sovrastano il cielo.
Tre radici sostengono l'albero e si protendono per vasti spazi: una va fra gli Æsir; un'altra fra i Hrímþursar, là dove un tempo c'era il Ginnungagap.
La terza si stende sopra Niflheimr; sotto questa radice si trova Hvergelmir e Níðhoggr la rosicchia dal basso.
Sotto la radice che si dirige verso i Hrímþursar c'è Mímisbrunnr, ove sono conservate saggezza e intelligenza.
Si chiama Mímir colui che possiede la fonte: egli è pieno di sapienza, poiché beve alla sorgente con il corno Gjallarhorn.
Là andò Allfoðr e chiese di bere dalla fonte, ma non gli fu concesso prima di aver lasciato in pegno un suo occhio” (16).

Il frassino cosmico Yggdrasil sta quindi al centro dell’universo e lo sostiene, partecipando di tutti gli stati dell’essere: il Cielo, la Terra e gli Inferi, ovvero i tre mondi in cui suddiviso il Cosmo nella Tradizione Nordica, Germanica, e più in generale Indoeuropea.
Chiesa Isnardi scrive a proposito: “L’albero cosmico riassume in sé i concetti di potenza, di sapienza divina e di sacralità: le sue origini sono misteriose, poiché nessun uomo sa da quali radici cresca. La sua possanza è la forza vitale del cosmo: quando esso vacillerà, si avrà indizio sicuro dell’imminente fine del mondo. Simbolo dei tre stati spaziali dell’essere (inferi, terra, cielo) e della loro interrelazione, l’albero cosmico assomma in sé anche i tre momenti fondamentali del tempo: passato, presente, futuro” (17).

Note:

9. G. Chiesa Isnardi, I Miti Nordici, ed. cit, p. 483

10. Skírnismál, 32,

11. Gylfaginning, 53

12. G. Chiesa Isnardi, I Miti Nordici, ed. cit, p. 483

13. Voluspá, 19

14. Voluspá, 2

15. Voluspá, 20

16. Gylfaginning, 15

17. G. Chiesa Isnardi, I Miti Nordici, ed. cit, p. 533

- Articolo di Fabrizio Bandini, che ringraziamo sentitamente per averci permesso di pubblicarlo

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