liberata una panca nella sala della birra,
là andarono a sedere gli animosi
fieri della loro forza; serviva un seguace
che in mano reggeva una coppa decorata,
versava la bevanda lucente; il poeta a tratti cantava
chiaro in Heorot; c’era gioia d’uomini,
compagnia non piccola di Danesi e Weder.”
(Beowulf 491-498)
Cos’è la nobiltà? Al di là di vetuste visione di chincaglierie araldiche e merletti essa è, in prima luogo, la capacità di saper guidare e istruire gli uomini.
Nobile è il condottiero, colui che guida, prima fra i pari, la propria schiera in battaglia.
Questa figura, diffusa in tutto il mondo, è infatti connaturata alla natura umana, in essa i valorosi trovano riconoscimento e da questo traggono forza e compagni, sono quest’ultimi, infatti, la grande forza di ogni condottiero ed è in lui che gli uomini liberi riconoscono la figura del capo, non per imposizione ma per libera scelta dato che è prerogativa dei liberi seguire i più valorosi (su questo discorso rimando all’articolo scritto sempre dal sottoscritto e pubblicato qui:
http://www.leviediwodanaz.com/2018/07/luomo-libero-segue-il-valoroso.html?m=1 )
Ma chi vuole comandare deve prima imparare a rispettare i propri pari, deve saper bere con loro e condividere storie davanti al focolare.
Saper ben parlare, saper ben narrare è un dono del padre del tutto, egli, terribile vate, dona a coloro che reputa degni la capacità di infiammare gli animi delle schiere perché possano così meglio servire la causa divina.
“Avanzò Wealhtheow,
regina di Hrothgar, memore delle usanze,
salutò adorna d’oro i guerrieri nella sala
e poi la nobile donna porse la coppa
per primo al custode dei Danesi dell’Est,
gli chiese d’esser felice nel bere la birra,
caro ai suoi uomini”
(Beowulf, 612-617)
Occorre essere saldi, in questi tempi, e preparati a ciò che verrà, quando la civitas arriverà al crollo e sarà nuovamente tempo di lupi, asce e spade prima che il mondo crolli.
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