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martedì 20 ottobre 2020

Seið hòn leikin - parte X

Fonti archeologiche


Fra i vari pendenti/amuleti, particolarmente notevoli quelli a forma di sedia, totalmente assenti da contesti cristiani. Hanno la forma del kubbstol – sedia tradizionale scandinava in uso ancora oggi e ritratta anche in pietre runiche come quella di Sanda. Sono solitamente decorate con punzonature, e associati solo a tombe femminili (richiamano l'alto scranno su cui siede la völva a profetizzare). Alcune di queste sono più complesse e particolarmente indicative: in quella di Hedeby (900 ca.) i braccioli rappresentano due canidi (Freki e Geri?) e due uccelli sono scolpiti nello schienale (Huginn e Muninn?), le Figure sono arrangiate al contrario in quello di Lejre ed è presente una rappresentazione di Odino (indicata dalla presenza di un solo occhio) con una lunga veste con bordo decorato, uno scialle o mantello, un cappello in testa e numerosi fili di perle al collo.
Altri amuleti associati sono piccoli pendenti a forma di bastone, cavalli, spade e lance, sempre con un riferimento a Odino. In queste file di amuleti non sono mai presenti Mjolnir.

Come possiamo vedere studiando i paralleli fra tutte queste sepolture, alcuni oggetti ricorrono e sono senz'altro associati con la magia: i resti animali, le sostanze enteogene, le pietre preziose e semipreziose, i secchi, i bastoni, le scatole rituali (più o meno belle, lussuose e complesse, come la scatola di Bj 845 e quella di Oseberg), forse gli scudi (suggerito dal posizionamento del soggetto principale in Fyrkat), probabilmente coltelli, il vasellame orientale (a Klinta ed Aska addirittura una ciotola di origine iraniana, oltre al parallelismo di altri vasi), alcuni tipi di catene (quella di Klinta è uguale a quella che lega i corpi in Bj 843), i pendenti e ovviamente i bastoni: possiamo riconoscerli e caratterizzarli da diversi contesti, differenziandoli dagli spiedi perchè deposti insieme a spiedi (gli oggetti del corredo funebre sono duplicati in casi più unici che rari), con occhielli per appendere amuleti di natura organica (probabilmente legno , ossa o pelli animali), decorati da pomoli troppo ingombranti per essere impugnature, per la presenza di manopole che inframmezzano l'asta rendendone impossibile l'uso culinario, al punto che le impugnature elaborate e a cesto sono state definitivamente identificate come segno di seiðstaff, bastone per il Seiðr.

Fig 14: ricostruzione di Seiðstaff per come sarebbe apparso in origine

Questo ci ha permesso di identificare come probabili tombe di volur anche sepolture altrimenti anonime, non associate ad elementi ricchi ed indicativi come il vasellame orientale o le scatole decorate.
Dai bastoni trovati nelle sepolture irlandesi 850 ca. Possiamo dedurre che il Seiðr vi era stato esportato piuttosto precocemente, come testimoniato anche dal Cogach Gaedhel re Gaillaibh, inoltre sono stati ritrovati in tutta la scandinavia pochi bastoni di legno, solitamente più antichi di quelli di ferro e sempre associati al Seiðr (in Finlandia – Pokkila Isokyr, Norvegia – Fure, Hellebust, Mindre-Sundre e in Svezia – Lilla-Ullevi, la più antica e trovata vicino ai resti di un seiðhallr), testimoniando che la foggia del Seiðstaff può essere mutata nel tempo, con il contatto di diverse culture e il succedersi di tradizioni manifatturiere.

Elementi caratterizzanti la tomba di una völva sono dunque sicuramente i narcotici (con un forte collegamento all'estasi Odinica), bastoni con alcuni gruppi di caratteristiche (che hanno permesso di differenziarli da scettri e spiedi. Ne sono stati trovati 26 in area scandinava, risalenti all'età vichinga, e 8 nella sfera di influenza scandinava geograficamente esterna), dei secchi (il vètt?), alcuni tipi di amuleti (sedie e bastoni principalmente) ed elementi importati da culture lontane, definendo la völva come uno degli elementi più "cosmopoliti" e trasversali della cultura scandinàva.

 

Loreta Fasano

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