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lunedì 25 gennaio 2021

Le case della Foresta Nera - parte III

 
   Questa rassegna delle tipologie abitative proprie della Foresta Nera risulterebbe incompleta se fra le varie dimore degli ex-contadini, degli artigiani, dei ‘mercanti della foresta’ (Waldgewerbler) [5], dei taglialegna (Waldarbeiter) e dei braccianti giornalieri - ruoli che erano bastevolmente diffusi tempo fa - non menzionassimo le loro forme minori. Su modello della „Heidenhaus“ e della Kinzigtäler Haus, nell’areale delle suddette si vennero a creare edifici di dimensioni ridotte che quasi ricordano la casetta di marzapane di ‘Hansel e Gretel’. La versione ridotta dell’Hotzenhaus è pressoché scomparsa del tutto dal paesaggio della foresta; quest’ultima era una fedele riproduzione della Mutterhaus, seppur di proporzioni ridotte. Nel bacino idrografico del fiume Wiese [6] la versione ‘a grandezza naturale’ della Schauinslandhaus lì diffusasi, si conservò. Quest’ultima, secondo le nuove funzioni che assunse in quanto abitazione di taglialegna che allevavano anche bestiame, venne però a mutare in un edificio a più unità abitative (Mehrparteienhaus) seppure la sua massiccia copertura, a uno sguardo frettoloso, la facesse apparire come una semplice casa colonica. Anche la Gutacher Haus fu mutata in un edificio a due unità abitative (Doppelhaus) per piccoli agricoltori e non. Questa Doppelwohnhaus con la cucina nel mezzo del Walmseite [7], sulla base del profilo di quest’ultimo, divenne la prediletta dagli orologiai che all’incirca dal 1730 in poi fecero la loro comparsa nella struttura sociale della media Foresta Nera. 
 
 
Note:
[5] Il sost. m. plur. „Waldgewerbler“ va a indicare quegli individui, fra cui zattieri e carbonai, che ricevevano diretto sostentamento dalla foresta.
[6] Fiume che nasce nella Foresta Nera, dai monti Feldberg e Belchen, per poi sfociare nel Reno dopo 50 km c.ca.
[7] Sezione spaziale sottostante l’estremità delle falde di un tetto a padiglione.
 
 
Traduzione e note de 'le vie di Wodanaz' (M. Alimandi) da:
H. Schilli, Das Schwarzwaldhaus, in «Bad. Heimat» Nr. 40, 1960, pp. 259-272.

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