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domenica 3 gennaio 2021

Vacanze intelligenti: istruzioni per l’uso - parte II

Ad ogni modo, lui dominava due popoli diversi per cultura, origini e indole ed era necessaria una convivenza civile ed armonica. Per questa ragione promulgò l’Edictum Theodorici che si componeva di 154 capitoli comprensivi di leges (costituzioni imperiali) e iura (massime giurisprudenziali). 

“Poiché i Goti con l’aiuto divino abitano fra voi, affinché non sorgano, come suole avvenire, liti, abbiamo creduto necessario mandare in mezzo a voi, in qualità di comes, un uomo egregio e notoriamente integro. Egli, secondo i nostri editti, giudicherà le liti per i Goti. Nel caso di liti fra Goti e Romani si aggregherà un magistrato romano e giudicherà con equità. Nelle liti fra i Romani, questi ubbidiscano ai giudici da noi inviati nelle province perché a ciascuno sia resa giustizia secondo un’unica legge. Così, con l’aiuto divino, tutti e due i popoli godranno insieme i benefici della pace. E sappiate che noi amiamo tutti indistintamente, ma prediligiamo coloro che più degli altri sono ossequenti alle leggi. Noi non tollereremo illegalità e violenza e appunto perché noi vogliamo eliminare gli odi noi paghiamo i giudici e manteniamo tanti uffici. Come comune è il governo che vi regge, così siano comuni i vostri sentimenti. E i vostri sentimenti siano quelli che noi desideriamo. Voi, Goti, siate vicini ai Romani nell’amore come loro vicini siete nei beni e voi, Romani, amate molti i Goti che in pace accrescono il vostro popolo e in guerra vi difendono. Perciò voi ubbidirete al giudice che vi è inviato e osserverete le sentenze che secondo il diritto pronunzierà. Così comportandovi, ubbidirete a me e insieme farete l’utile vostro.” 

Così si esprimeva Teodorico nella formula Comitiva Gothorum indirizzata ai Romani da cui si evince la sua road map
Si può parlare di convivenza multietnica durante il suo regno senza scadere in fuorvianti etichette come quelle del mondo moderno: ai Romani affidò la cultura e l’amministrazione, ai Goti l’ordine pubblico e la difesa e ai Greco-Bizantini le opere pubbliche e l’arte. Risolse egregiamente anche il problema religioso presente in Italia in quanto era forte la differenza fra i cristiani cattolici e i cristiani ariani, a cui lui peraltro apparteneva; divise chiese e battisteri fra le due confessioni.
Si meritò anche il titolo di amator fabricarum et restaurator civitatum in quanto si prese cura di parecchie città, tra cui Pavia, Verona, la stessa Roma e soprattutto Ravenna. In un’epoca erroneamente considerata come il tramonto di arti e lettere - vale a dire il Medioevo – lui ne fu protettore: a dimostrazione di ciò stanno le due figure di Cassiodoro (suo segretario e autore di una storia sui Goti) e Boezio (che si occupò di recuperare le teorie aristoteliche).

 

Articolo di Giulia Re

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