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mercoledì 27 gennaio 2021

Le case della Foresta Nera - parte V

 
   Alcune fra le altre tipologie abitative prediligono invece una posizione più aperta - vuoi su di una collina o nei pressi di un’alta valle glaciale (Talschulter) - altre ancora si stringono alla cresta del pendio; eppure il contadino, usufruendo di una rampa, riesce sempre a entrare nella soffitta dell’abitazione con il suo carro ricolmo di fieno. Ciascuna tipologia di Schwarzwaldhaus offre, con le sue enormi sezioni triangolari - vuoi a scandole, vuoi in paglia - del tetto e le loro lunghe ombre, con le ricercate inglesine (Sprossenwerk) delle finestre che riflettono i raggi solari, con l’imponente struttura lignea unita alla sua costruzione tangibilmente solida, una magnifica vista per nulla facile da dimenticare. 
   Un maso della Foresta Nera era composto da un edificio principale avente una sezione abitativa, una stalla e un granaio siti sotto lo stesso tetto e spesso vi erano anche un magazzino, un forno o una distilleria, una macina, un ricovero per il bestiame (Viehhütte) o un piccolo rifugio (Berghäusle) e infine una segheria e una cappelletta. L’insieme comprendeva, assieme con i verdi prati e i campi coltivati a varie strisce di colore nel mezzo della scura foresta, tutto quel che visivamente poteva esser inteso come elemento tipico della Foresta Nera. Tutto ciò è frutto del lavoro ponderato del fiero e consapevole contadino della Foresta Nera: i campi, i prati, i pascoli e la porzione di foresta a questi prossima - il „Wun und Wayd, Trib und Tratt“, come un tempo veniva chiamato dagli antichi catasti [8] - appartenevano al „Lebsitzer“, ossia al ‘feudatario’ (Lehensbesitzer, qui inteso come 'possessore di feudo', ossia di un dato territorio economicamente produttivo), insomma al suddetto contadino. Il suo spiccato senso d’indipendenza personale e la sua refrattarietà a qualsivoglia ingerenza esterna spesso spingevano il contadino a non recarsi neppure dagli artigiani; erano quest’ultimi che invece gli si presentavano dinanzi quasi alla stregua degli ambulanti [9] e fra questi vi era anche lo Spannmeister, termine con cui a volte ancora oggi si designa il carpentiere. Se questi si fosse presentato al contadino, entrambi avrebbero attentamente deciso in perfetto accordo il da farsi; durante una „Herrenessen“ [10] il progetto di costruzione veniva infatti esposto ed esaminato. Proprio da ciò nasce l’abitazione del contadino, quel suo ‘mondo piccolo’ che, con la sua struttura semplice e limpida, diviene a buon diritto involucro della sua essenza; in essa si riflette appieno il carattere dell'agricoltore di un maso alpino.
 
 
Note:
[8] Güterverzeichnissen, ossia lett. 'cataloghi di beni (mobili e immobili)'.
[9] «[...] auf die „Stör“ [...]» (p. 266), dove Stör è ted. arch. per ‘spostarsi, viaggiare’.
[10] Ricevimento serale con annessa cena.
 
 
Traduzione e note de 'le vie di Wodanaz' (M. Alimandi) da:
H. Schilli, Das Schwarzwaldhaus, in «Bad. Heimat» Nr. 40, 1960, pp. 259-272.

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