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domenica 3 gennaio 2021

Vacanze intelligenti: istruzioni per l’uso - parte I

Spesso e volentieri si sente parlare di “vacanze intelligenti”; l’allusione, però, è più che altro dovuta agli orari di partenza ed arrivo. Tuttavia questi due termini possono avere un’altra accezione che è peraltro comprensibile risalendo all’etimologia (latina) della parola “intelligenza”: intelligĕre, contrazione di intus (dentro) e legĕre (leggere). “Leggere dentro” significa esplorare i propri orizzonti e studiare ciò che non si conosce. Potrebbe anche essere un invito alla riscoperta di certi luoghi del Bel Paese che i ritmi frenetici dell’anno, sia esso scolastico/accademico o lavorativo, hanno sistematicamente impedito assieme con il susseguirsi di restrizioni piovute sul nostro capo negli scorsi mesi. 

Una meta papabile per un’autentica “vacanza intelligente”, nonché un omaggio a un gigante della Storia, è a Ravenna: si tratta del Mausoleo di Teodorico, fatto costruire (probabilmente) da lui stesso quando era ancora in vita nel 520 d.C. 
Esso, assieme al Battistero degli Ariani, a Sant’Apollinare Nuovo e alla Cappella di Sant’Andrea, fu realizzato quando Ravenna non era ancora colonia bizantina ma la capitale degli Ostrogoti: combina uso romano della pietra e forme barbariche che richiamano le tende circolari dei Goti. 

Il vero nome del sovrano ivi presente era Thiudareicks (“Potente sul popolo”) e venne storpiato dai Bizantini, pertanto è per questo riadattamento se in italiano il suo nome risulta “Teodorico” (in greco voleva dire “dono di Dio”): in tedesco, invece, risulta Dietrich von Bern, dove Bern è la città di Verona. Fu re degli Ostrogoti, ossia i Goti dell’Est, in opposizione ai Visigoti che erano quelli “dell’Ovest”: la differenza fra le due genti si vede anche dalla presenza di un grande lago azzurro (Vättern) sito a sud-est di Stoccolma che divide le province dell’Östergötland e del Västergötland. 

L’invasione barbarica sotto l’egida di Teodorico/Thiudareicks fu la meno barbarica della Storia. Tanto per cominciare, egli era nato in Pannonia ma crebbe a Bisanzio ed ebbe modo di apprendere la cultura greco-romana. Nell’annus horribilis 476 l’Impero romano d’Occidente cadde in mano al famigerato sovrano degli Eruli, Odoacre, il quale, deposto il legittimo imperatore Romolo Augustolo e inviate le insegne imperiali a Νἐα Ῥώμη (ossia Costantinopoli), ottenne dal sovrano romano d’Oriente Zenone il titolo di Patricius e regnò per conto di questi sulla penisola italica. 
Zenone, divenuto insofferente alla figura di Odoacre, inviò lo stesso Teodorico, che aveva dunque tutti i tratti di un goto civilizzato, a ristabilire l’ordine. Egli eseguì quanto gli era stato ordinato dal 488 al 493 togliendo di mezzo Odoacre in data 15 marzo; Bisanzio, la capitale dell’Impero d’Oriente, ratificò la sua incoronazione a Re d’Italia nel 498. Si badi bene: lui era Rex e solo il suo monogramma campeggiava sulle monete, ma non era Augustus.

 

Articolo di Giulia Re

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