Cerca nel blog

venerdì 29 gennaio 2021

Le case della Foresta Nera - parte VII

 
   Nel complesso, ogni Scharzwaldhaus degna di questo nome non è altro che un vero e proprio capolavoro d’ingegneria del legno per via della lucidità artistica e della completa armonia caratterizzanti sia la sua struttura esterna che la sua intrinseca essenza. L’osservatore avverte di come quest’edificio debba il suo aspetto non soltanto alla mera abilità tecnica dell’artigiano ma soprattutto alla sensibilità che questi ha per le forme. I carpentieri della Foresta Nera divennero maestri nella lavorazione del legno grazie a uno spirito d’osservazione che quasi rasenta la meraviglia e a un attento approccio alla forma del legno e alle sue proprietà. Tutto ciò che da questi venne creato è al tempo stesso spontaneo e semplice. 
   Posati su traversine supportate da montanti, i massicci pilastri venivano incastrati fra loro con gli assi a formare il telaio che, dopo esser stato avvolto dalle pareti e la copertura del tetto, andava a disegnare nello spazio - secondo le tecniche costruttive gotiche, vale a dire quelle medievali - l’imponente figura della Scharzwaldhaus.
   La Kinzigtäler Haus invece veniva realizzata secondo un metodo costruttivo che differiva da quello originario appena descritto. Nella suddetta tipologia abitativa erano solo le pareti ad essere erette secondo la prassi medievale e gli interni rivelavano, come già in precedenza indicato, una costruzione molto evoluta per il XV secolo. Persino un profano rimarrebbe colpito da questa nuova tipologia costruttiva. Quest’ultima raggiunge la sua massima espressione in quell’imponente copertura alta e spaziosa che è tipica della Kinzigtäler Haus il cui equilibrio fra carico e forza resistente era raggiunto tramite pochi e semplici accorgimenti, in un chiaro assemblaggio a regola d’arte.
 
 
Traduzione e note de 'le vie di Wodanaz' (M. Alimandi) da:
H. Schilli, Das Schwarzwaldhaus, in «Bad. Heimat» Nr. 40, 1960, pp. 259-272.  

Nessun commento:

Posta un commento