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domenica 13 gennaio 2019

Il conte effimero

Incipit
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C’era una volta in un bosco incantato un’austera dimora ove viveva un conte con la bella contessa con i suoi millesima rampolli.
Egli spesso parlava davanti ad uno specchio magico che irradiava la sua figura in tutto il mondo; così pontificava sulla sua visione strampalata, contorta e spesso fallace del mondo e più nello specifico delle sue tradizioni.
Il conte traviava così le menti dei giovani dalle più disparate origini e più adepti aveva più il suo ego cresceva.

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Ovviamente molti dei nostri carissimi lettori avranno capito che stiamo parlando del norvegese “Vürg” Vikernes famoso ex musicista di talento ed ora youtuber; in questo articolo noi vorremmo parlare di alcuni punti con cui ci troviamo in disaccordo con il suddetto personaggio.
Egli affronta argomenti anche di un certo calibro con una leggerezza ed un semplicismo disarmanti spesso facendo dei distinguo inutili o fin troppo netti per non si sa quale scopo.
Ne volete qualche esempio?

Secondo costui i veri europei sono solo biondi con occhi azzurri; caratteristiche che secondo Vürg sono segni di una diretta discendenza dai Neanderthal.
Tutto ciò è falso dacché i cacciatori europei del paleolitico da cui maggiormente discendiamo avevano quasi certamente capelli castani, carnagione olivastra tendente al chiaro, occhi grandi di un forte acquamarina, una corporatura slanciata e nerboruta sul metro ed ottanta con spalle larghe ed arti lunghi. I loro crani avevano una mandibola ben pronunciata con orbite oculari squadrate e fronti bombate.
Il biondismo in Europa è arrivato con gli Yamanaya (i.e. insieme di popoli dell’Eurasia centrale discendenti da quei cacciatori di mammut alti e robusti e dai più slanciati seppur ugualmente alti cacciatori-raccoglitori del Mar Nero) nel periodo delle grandi migrazioni; affermare che il biondismo possegga un certo maggior valore rispetto agli altri colori di capelli per determinare il grado di ‘europicità’ di un individuo è reale quanto l’autostima del ragionier Fantozzi.

Inoltre, riallacciandoci al discorso appena concluso, Vürg afferma che il fenotipo più prossimo al Neanderthal sia l’Hallstatt Nordid - o Nordico Hallstatt - di cui ritiene di far parte.
I Neanderthal avevano un fisico a campana con spalle più strette del torace e fianchi più laghi del torace, erano molto tarchiati con una muscolatura massiccia e possente mentre un Nordico Hallstatt ha un fisico più alto e slanciato con un torace dalla forma a “v” più sottile delle spalle e fianchi stretti e squadrati - le donne Hallstatt Nordid fanno eccezione in quanto caratterizzate da fianchi e spalle di uguale ampiezza.
Gli Hallstatt Nordid, grazie alla loro muscolatura più scattante e resistente alla fatica, hanno movenze più fluide ed aggraziate rispetto a quelle che poteva avere un Neanderthal e mentre questi ultimi erano alti in media un metro e 65/70, i Nordico Hallstatt sono alti in media un metro e 80/90.

Vediamo adesso un altro esempio forse ancor più evidente dell’assoluta incapacità di affrontare i fatti del soggetto in questione, il fatto che Vürg sostenga l’incapacità delle donne alla guerra e la totale assenza di queste sui teatri di guerra europei alto e basso medievali.
Molti sono gli esempi documentati da storia ed archeologia di donne che combatterono in battaglia; certo non erano affatto in maggioranza rispetto agli uomini ed in alcuni popoli erano del tutto assenti, precisazione ad ennesima dimostrazione del fatto che Vürg è prono ad ipersemplificazioni insensate.
Basti pensare alla regina di Mercia, Æthelflæd figlia di Alfred detto “il Grande”, la quale era solita guidare il suo esercito in battaglia riportando numerose vittorie contro quei Dani e quegli Juti che all’epoca razziavano i regni dell’eptarchia anglosassone occupandoli.
Basti pensare alle donne nordiche che divenivano ‘schildmädchen’ (i.e. “scudiere”, lett. “fanciulle dello scudo”) come la leggendaria Brynhildr (i.e. “eroina con la corazza”).
Addentrandoci poi nell’universo cosacco è necessario ricordare che fra i guerrieri mistici vi erano donne versate nell’arte della guerra e nell’uso della Šaška (i.e. spada monofilare del Caucaso) ma per Vürg quest’ultime non conterebbero molto dacché, pur avendo una carnagione chiara, avevano capelli castano chiari ed occhi verdi od ambrati, tratti che per Vürg sono indice di non appartenenza genetica ai popoli europei.

F. Eldvindur

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