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lunedì 14 gennaio 2019

Lo sciamanesimo e lo specchio, parte I

Nadia Stepanova, sciamana buriata membro del Consiglio interreligioso dell’Unesco, che indossa il suo costume blu e un copricapo con visiera con frange per proteggerla dagli spiriti; al collo il tooloj, una specie di medaglione, detto lo specchio dello sciamano, forgiato in una lega di cinque metalli, pendente proprio sul cuore.














Per l’uomo, lo specchio è: “l’altra dimensione” nella quale conoscere se stesso e la sua parte nascosta, i morti o vedere oltre il visibile. Il riflesso dell’uomo, fin dall’antichità, ha affascinato e dato vita a molteplici storie, leggende, miti, fiabe. L’immagine riflessa, dell’uomo antico, poteva essere interpretato solo all’interno di credenze animistiche o in un quadro concettuale religioso.

Si pensava che lo specchio rappresentasse il doppio spirituale di una persona, la sua anima che viveva anche senza il corpo - pensate agli specchi “maledetti” che contengono l’anima dei morti. Per alcuni popoli era vietato guardarsi allo specchio poiché la sua anima sarebbe volata via attraverso la “dimensione” dello specchio stesso; l’incontro con il proprio doppio, riflesso nello specchio, poteva avere conseguenze: negative, neutre o positive.

Le antiche leggi indiane di Manu [1] contengono la seguente frase: “Che egli non guardi la propria immagine riflessa nell’acqua”.

Ancora oggi in alcuni paesi quali Marocco, Senegal, India, Zanzibar sussiste - fra le genti legate ad una cultura che potremmo definire “primitiva” - la credenza che farsi una foto sottragga l’anima.

Gli antichi greci avevano credenze analoghe; credevano che sognare la propria immagine riflessa fosse presagio di morte; un sogno non molto dissimile dallo svolgersi del mito di Narciso che innamoratosi della propria immagine riflessa in uno stagno ne morì.

Orlando, in collaborazione con le vie di Wodanaz

Note:
- [1] Il Mānava-Dharmaśāstra (i.e. Leggi di Manu) racconta come si è formato il mondo e qual è il dharma, la "legge" naturale e sociale che lo governa, e informa sia le prescrizioni relative al sacrificio sia quelle che riguardano i "quattro stadi" dell'esistenza. L'opera è anche un testo giuridico: descrivendo in ogni dettaglio il modo in cui era articolata la vita nell'India antica, elenca i più svariati delitti e le ragioni per cui vengono perseguiti.

Fonte ed Approfondimenti:
- Enciclopedia delle religioni, Mircea Eliade

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