Termine legato alla runa 'thurs' (i.e. "gigante") del Fuþark antico, va ad raccogliere sotto di sé quelle variegate stirpi di giganti che sono parte integrante della mitologia scandinava.
Esistono in norreno due termini per identificare questi esseri e sono 'Jötnar' - il cui equivalente anglosassone è 'Eotenas' stando al Beowulf - ed appunto 'Þursar' - il cui equivalente anglosassone è 'Ðyrs'.
Gli Jötnar che sopravvissero al diluvio di sangue erano i discendenti di Bergelmir (i.e. "[colui che] rumoreggia"), figlio di Þrúðgelmir (i.e. "[colui che] grida con forza") e nipote di Ymir (i.e. "mormorante").
Stando all'Edda Poetica ed alla Völuspá (i.e. "Profezia della Veggente"), Ymir nacque in 'Ginnungagap' (i.e. "abisso aperto", voragine dei tempi primordiali attraversata dagli undici Élivágar, fiumi primordiali le cui acque erano velenifere) stretto fra il 'Niflheimr' (i.e. "terra delle nebbie" dalla quale provenivano freddo e tenebre) ed il 'Múspellheimr' (i.e. "terra delle fiamme" dalla quale provenivano calore e luce).
Quando la brina ed il vento caldo si incontrarono in Ginnungagap questa si sciolse e dalle sue gocce ebbe origine Ymir; dacché quelle gocce contenevano stille del veleno degli Élivágar, Ymir e la sua progenie furono per natura malvagi. I suoi diretti discendenti nacquero per generazione spontanea; dal suo sudore crebbero sotto la mano sinistra un uomo ed una donna, dai suoi piedi nacque invece un gigante con sei teste (i.e. Þrúðgelmir).
Assieme ad Ymir, dalla brina nacque anche Auðhumla (i.e. "vacca abbondante [di latte]", latte con il quale Ymir era solito nutrirsi) che - leccando via per ben tre giorni il sale da alcune pietre ghiacciate - portò alla luce Búri (i.e. "generato") il quale generò Borr (i.e. "[colui che] perfora"), il quale una volta unitosi con Bestla generò Óðinn, Vili e Vé.
I figli di Borr e Bestla uccisero Ymir in una sorta di sacrificio e trascinarono quel che ne rimaneva nel Ginnungagap dando origine al mondo; le sue carni vennero usate per creare la terra, le sue ossa divennero montagne, i suoi denti e gli altri frammenti d'osso divennero pietre e massi, il suo cranio divenne la volta celeste ed infine il suo cervello fu scagliato nell'aere e divenne nube.
Óðinn, Vili e Vé decisero poi di affogare con il sangue sgorgato dalla ferita di Ymir la sua progenie temendone l'ira; soltanto Bergelmir assieme alla moglie scamparono al diluvio di sangue che affogò il resto dei giganti discesi da Ymir.
Nessun commento:
Posta un commento