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domenica 14 aprile 2019

Alaksandu - Parte prima

Un sordo rollio rimbomba nella pietrosa pianura, decine di carri avanzano, con il loro carico di nobili dalle armature scintillanti.
Il luccichio del bronzo sotto il tiepido sole primaverile accompagna l’avanzata di quel contingente mentre Alaksandu,come sempre primo fra i propri uomini, si prepara allo scontro imminente.
Stringe il proprio amuleto mormorando una preghiera a Tarhunt, signore delle tempeste, possente Dio supremo.
Sistema le cinghie e controlla che le piastre di bronzo siano ben posizionate a coprire il suo corpo poderoso, reso leggermente grasso dal troppo riposo e dal vino, ma ancora sano e forte.
Non è più è più giovane Alaksandu, trentacinque primavere hanno segnato il suo viso nobile e fiero, e i primi segni candidi iniziano ad essere visibili nella folta barba rossiccia.
Ha la bocca arida, il vecchio comandante, mentre schiera le proprie truppe. Trentadue carri, con due uomini ben armati a bordo ognuno. Sette di loro sono suoi figli.
Trecento ed ottanta fanti, armati chi di lancia e scudi di pelle e chi di falcetti, coltellacci o bastoni.
Osserva il nemico.
Settecento uomini almeno, probabilmente di più, tutti a piedi.

Briganti, gentaglia, predoni dal deserto. Li ha incontrati altre volte, squadracce di disperati, cacciati dalle terre di Babilonia o dall’Egitto, ma mai così numerosi e affamati.
Alcuni servitori portano ghirbe di birra, sorridono tutti i maryannu, tre schiave sono gravide, il loro signore, a quanto pare, non ha perso il vizio di seminare bastardi come un contadino semina l’orzo.
Non ha fretta il principe, vent’anni di guerre sono un’ottima scuola ed egli sa che i carri gli permettono una flessibilità impensabile al nemico, osserva quindi i propri avversari avanzare sul terreno pietroso e pianeggiante, e non senza un gran sorriso nota che diversi di loro tendono a trascinare i piedi. Sono stanchi i bastardi, stanchi e cotti dal sole, sperano di evitare lo scontro, che gli Ittiti se ne vadano dopo una scaramuccia. Perché, pensano i fuorilegge, rischiare la vita contro un nemico tanto numeroso? Abituati alle milizie mercantili desertiche non sanno che quegli uomini dagli scudi di pelle proteggono le proprie famiglie più che gli interessi commerciali di un qualche signore.

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