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martedì 23 aprile 2019

Goldhüte del tipo Schifferstadt


Berliner Goldhut, Neues Museum, foto di Andreas Præfcke


 I ‘Goldhüte’ (i.e. “copricapi in oro”, sing. ‘Goldhut’) del tipo Schifferstadt sono degli artefatti di forma conica risalenti alla tarda età del Bronzo germanica ed assimilabili alla ‘Urnenfelderkultur’ (i.e. “cultura dei campi di urne”, fu Ernst Wagner a datarla fra il 1300 – 800 a.C. ed a darle questo nome dacché con l’introduzione della cremazione nel rito funerario le ceneri iniziarono ad essere riposte in delle urne) di poco precedente alla ‘Hallstattkultur’ (i.e. “cultura di Hallstatt”, databile dal 800 – 450 a.C. dalle non trascurabili componenti celtiche).

Ciò che Ernst Wagner definì con il termine di ‘Goldhut’ era una sottile lamina in oro sbalzata che andava a decorare un copricapo rituale di forma conica le cui rimanenti componenti erano realizzate in materiale deperibile; secondo alcuni studiosi i Goldhüte erano legati al culto solare introdotto nella ‘Mitteleuropa’ (i.e. “Europa centrale”) dalle popolazioni indoeuropee che di quella regione plasmarono la religione e la società. L’indogermanista Wolfram Euler, nel definire la paternità di questi artefatti, asserì che coloro che li indossarono ‘sicher ein Indogermanisches Idiom gesprochen, angesichts des Fundorte am ehesten eine Vor- oder Frühform des Keltischen’ [1] (i.e. “parlavano senza alcun dubbio un idioma indogermanico, considerando i siti in cui furono rinvenuti [parlavano] con buone probabilità un idioma pre- o proto-celtico”). Non limitandosi dunque a dare ai Goldhüte un’origine chiaramente indoeuropea, Euler arrivò quindi a metterli in stretta e diretta relazione con la ‘Hallstattkultur’ di cui sopra.

Per meglio comprendere la citazione di Wolfram Euler, andremo ora ad elencare le varie località dove sono stati rinvenuti i quattro Goldhüte del tipo Schifferstadt sinora scoperti:

- Goldhut di Schifferstadt (risalente al 1400 – 1300 a.C.) rinvenuto a Schifferstadt, Rhein-Pfalz-Kreis, Germania meridionale

- Goldhut di Ezelsdorf-Buch (risalente al 1000 – 900 a.C.) rinvenuto ad Ezelsdorf-Buch, Mittelfranken-Oberpfalz, Germania meridionale

- Goldblechkegel di Avanton (i.e. “cono in foglia d’oro”, così chiamato per via dell’assenza della falda alla base della torre conica, risalente al 1000 a.C.) rinvenuto a Poitiers, ovest della Francia

- Berliner Goldhut (i.e. “Goldhut di Berlino”, risalente al 1000 – 800 a.C.) rinvenuto in un luogo non ben determinato nella Germania meridionale od in Svizzera

L’unico Goldhut fra questi giunto a noi nella sua interezza è quello di Berlino. Il suo eccellente stato di conservazione è forse dovuto al fatto che esso venne sepolto in posizione verticale dopo essere stato riempito nella sua cavità interna di sabbia e terra; non è possibile asserire ciò con certezza dacché le condizioni del suo ritrovamento sono sconosciute in quanto il Berliner Goldhut venne acquistato dal Museum für Vor- und Frühgeschichte di Berlino nel 1996 come parte di un’anonima collezione privata messa in piedi nella Svizzera degli anni ’50 del secolo XX.
Il cono del Berliner Goldhut ha un’altezza di 74.5 centimetri e presenta ventuno bande orizzontali decorate con una serie di simboli ricorrenti i quali, stando a studi molto recenti, andrebbero a costituire un complesso calendario lunisolare sulla superficie della lamina; tramite moltiplicazioni scalari dei conteggi delle varie unità temporali rappresentate dai vari simboli sbalzati ed equivalenti a cinquantadue mesi è possibile calcolare periodi più lunghi, quali i cicli ‘metonici’ (i.e. da Metone, astronomo greco del secolo V a.C.) di diciannove anni. Diveniva quindi possibile determinare con precisione solstizi ed equinozi.




Note:
- [1] “Sprache und Herkunft der Germanen. Abriss des Protogermanischen vor der Ersten Lautverschiebung - Wolfram Euler, 2009”

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