L’età del bronzo.
Un periodo lontano, generalmente meno considerato di quello successivo, spesso mistificato e/o ignorato eppure ancora in grado, con i suoi miti ed i suoi eroi, di scuotere anime e generare azione fisica e spirituale.
In questa serie di articoli tenteremo di analizzare, secondo il nostro stile, il più possibile semplice e diretto, alcuni popoli di questa era tanto lontana nel tempo quanto vicina nello spirito, parleremo delle loro gesta e degli Dèi immortali che allora come oggi guidano i figli degli uomini.
Le gesta di Achille, Menelao, Agamennone e Aiace ancora riecheggiano, dopo più di tremila anni. I loro nomi e le loro gesta resi immortali in questa terra di mezzo.
Ma chi erano queste genti? Da dove venivano e, sopratutto, qual era il loro rapporto con gli Dèi?
Gli Achei, chiamati anche Micenei, dalla città di Micene, che nelle fonti classiche rappresenta il fulcro dell’alleanza di questi popoli, erano sicuramente genti di origine indoeuropea, con una forte identità tribale e guerriera, che in tempi pre-istorici occuparono la Grecia continentale venendo successivamente in contatto con i minoici, quasi sicuramente a causa della politica di talassocrazia (dominio militare ed economico delle vie marittime) di questi ultimi.
La loro felice posizione, a cavallo fra le rotte commerciali dell’oro dai Balcani e dall’Europa centrale, permise ai signori della guerra (Wanax, Re e sacerdoti) achei di accumulare, a partire da circa quaranta secoli orsono, una fortuna più che invidiabile, le sepolture si questi Re infatti ci dicono molto su quanto oro questi grandi signori dovevano possedere, se essi erano in grado di sacrificare oltre quindici chili del prezioso metallo per una cerimonia funebre (pur se di un membro di altro rango).
Il declinare della potenza minoica, dovuto ad una concomitanza di fattori fra cui spiccano motivazioni demografiche, militari e legate a disastri naturali, permise a questo popolo, ben guidato dai propri capi e signori della guerra, che mantennero a lungo la sana e sacra abitudine di combattere in prima linea, fra le proprie truppe (si veda, al proposito, l’Iliade, testo che consideriamo imprescindibile e del quale consigliamo la lettura a tutti coloro che cerchino ispirazione e guida in questa età del lupo), di diventare nel giro di qualche secolo la potenza dominante in tutto l’Egeo.
Questo, tuttavia, non deve trarre in inganno e far pensare ai Micenei come ad un regno unitario e burocratico, essi mantennero infatti una struttura tribale, legata a Re e signori locali, pur possedendo una forte coscienza di stirpe.
I Danai (altro nome per chiamare gli Achei, da Danao, semidio e antenato di questi popoli) rappresentano quindi un modello, se non forse il modello per antonomasia (insieme alle tribù germaniche, sia continentali che scandinave) di governo sano, tribale e locale, con una forte caratterizzazione militare e di stirpe.
Nessun commento:
Posta un commento