Il combattimento avveniva in formazione, fra ranghi di armati, ma l’età del bronzo rimane ovunque anche e soprattutto un’età eroica durante la quale era richiesta ai comandanti una partecipazione attiva ed in prima persona al combattimento (il coraggio era una dote assai apprezzata, imprescindibile per un comandante), la sola idea di un Re imbelle era, molto semplicemente, incomprensibile, a riprova del fatto che valori sani e tribali possono strutturarsi ed espletarsi anche in società complesse, a patto che queste siano confederative e non centralizzate.
Parliamo ora della struttura sociale, sulla quale non abbiamo che pochi cenni dall’opera omerica, bastanti però ad ipotizzare un’organizzazione sociale simile a quella dei re-sacerdoti diffusa al tempo in tutta l’area, da notare che la funzione sacerdotale del Re presso gli ittiti ed i luvi era fondamentale e ancor più preminente che presso i micenei, dato che spesso le città stato avevano una struttura quasi definibile come templare, con i sovrani che erano prima di qualunque altra cosa guerrieri e servitori degli Dèi, caratteristica, a giudizio di chi scrive, tutt’altro che disprezzabile, e che potrebbe dare preziosi spunti di riflessione.
Delle fine di questa città non staremo a narrare, essendo l’avvenimento ben più che noto e non potendo quindi dire niente di realmente interessante in merito, basti dire che nonostante la sua tragica fine il suo nome riecheggia ancora, insieme ai nomi e alle gesta di coloro che la difesero.
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