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venerdì 24 maggio 2019

Il sacro-popolare e militare nel Giappone Feudale, parte III

I monaci contadino-guerrieri non si limitarono però ovviamente al perseguimento della terra pura nella prossima reincarnazione ma combatterono con estrema violenza affinché il loro Giappone martoriato dalla guerra e dallo strapotere della classe aristocratica potesse diventare esso stesso una terra pura, e furono ben lungi (come già premesso più volte) dall’essere una macchietta o uno strambo risultato di quei tempi turbolenti.

Nel 1488 riuscirono a ottenere il controllo dell’intera provincia di Kaga, nel 1528 inferociti più che mai decisero di marciare direttamente verso la capitale, Kyoto. Durante questa marcia la loro visione fu cosi terrificante che come ci racconta il famoso storico Stephen Turnbull “La presenza dell’armata di difesa della capitale non fu sufficiente per contenere lo Shogun, che preferì la fuga”. Dopo una successione di scontri, sconfitte e vittorie militari nei 50 anni successivi la setta, grazie al fanatismo estremo, al totale disprezzo della vita in battaglia e alla retorica dedicata ai più svantaggiati diventò una potenza affermata e temibile, che preoccupava seriamente i signori della guerra.
Uno tra tutti, figura famosissima in Giappone (ma grazie all’industria videoludica anche in occidente) fu Oda Nobunaga, il Re demone, che giurò di massacrare i fanatici dello Jōdo Shinshū ovunque essi si trovassero. E fu proprio lui a dare il colpo di grazia alle aspirazioni sovversive e rivoluzionarie della setta. Dopo 10 anni di continue battaglie (la famosa guerra di Ishiyama Hongan-ji) e con l’obbiettivo dichiarato di distruggere le reti economiche e di potere che tanto fastidio stavano arrecando alle aspirazioni di Oda, lo stesso riuscì ad indebolire/ distruggere gli alleati e le aspirazioni espansive della setta, assediando le due fortezze principali degli stessi, Ishiyama Hongan-ji e Nagashima. Fu proprio dalle manifestazioni di violenza che il Daimyō utilizzò contro i monaci che ottenne il soprannome di Re-Demone, si calcola infatti che non ebbe il minimo timore di massacrare i monaci e di bruciare i loro templi con grandi esibizionidi crudeltà (la più famosa fu sicuramente compiuta nell’assedio del Monte Hiei).
Ridotti allo stremo, senza più alleati ed incapaci di poter rispondere militarmente allo strapotere di Oda (pur riuscendo ad opporre una violentissima resistenza nel corso della loro storia) la setta fu costretta a capitolare nel 1580. La strada per la riunificazione del Giappone era di nuovo aperta.

Saverio Diomedi, in collaborazione con "Le vie di Wodanaz"

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