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mercoledì 20 febbraio 2019

“Gl Cierv” di Castelnuovo, mito arcaico di morte e rigenerazione -Parte prima

La ricerca nei territori del mondo magico delle Janare ci ha portati alla scoperta del rito dell’UomoCervo di Castelnuovo al Volturno (1), rito che si rinnova ogni anno l’ultima domenica di Carnevale e che porta con sé bisogni e credenze delle comunità agricolo-pastorali arcaiche dell’Appennino molisano. “Gl Cierv” (Il Cervo) di Castelnuovo incarna, all’interno di quella che viene definita una “pantomima”, la ritualità e la spiritualità di un mondo extrastorico ed extratemporale: il rito, anzi, sta a rappresentare (e a invocare) l’eterno rinnovamento della natura, che dal freddo dei mesi invernali si accinge ad accogliere la primavera e il suo risveglio, o meglio ancora, il suo potere rigenerativo.

“Gl Cierv” tra ipotesi e “parenti illustri”

Indubbiamente il rito dell’UomoCervo comunica quanto appena detto ed esorcizza il prolungarsi del gelo invocando il Sole, di cui il cervo, entità maschile e cornuta, é un inequivocabile simbolo. Così anche come per la magica e ciclica rigenerazione del suo palco di corna, che si rinnova ogni anno, quasi un archetipo del ciclo continuo delle stagioni e della ruota dell’anno, fenomeno che avrà sicuramente “affascinato” (nell’accezione magica del termine) la psiche e di conseguenza la visione spirituale e simbolica degli antichi europei.

E’ indubbio anche che il rito possa avere delle connessioni più o meno verificabili con i festeggiamenti dei Lupercalia romani, ipotesi che a nostro avviso risulta tuttavia debole. Certamente i Lupercalia e “Gl Cierv” hanno alla base lo stesso “sentimento spirituale”, le stesse paure da esorcizzare, gli stessi demoni da scacciare, si pongono quindi, sul piano mitogonico, su territori più che contigui. Ci sono delle isomorfie evidenti: a partire dal travestimento con pelli di capra e la corsa selvaggia e furente, il fatto che si rinnovano ciclicamente nel medesimo periodo dell’anno; è altresì probabile che le celebrazioni dei Lupercalia dei tempi remoti avessero ancora più similitudini con quelle dell’UomoCervo, ma questo non basta a stabilire connessioni dirette tra i due fenomeni. Non possiamo di certo stabilire con certezza se si tratti di un mito autoctono o sia arrivato da fuori, ma un dato è certo: la simbologia espressa nel rito dell’UomoCervo è antica, antichissima e ha “parenti” di grande prestigio: lo Stregone di Ariege, Atteone, Sarasvati che assume la forma di Rohit, Cernunno e decine di esseri e divinità cornute in giro per il globo.

Note:

- (1) La magia delle Mainarde: sulle tracce ancestrali e sciamaniche delle Janare e dell’Uomo Cervo – di Massimiliano Palmesano per Janara (https://www.facebook.com/notes/janara/la-magia-delle-mainarde-sulle-tracce-ancestrali-e-sciamaniche-delle-janare-e-del/1383273381805964/ )

Articolo a cura di Massimiliano Palmesano, dalla pagina Facebook “Janara”, pubblicato previa permesso.
Un suo precedente ed interessantissimo scritto può essere trovato sulla sua pagina o in questo blog ricercando “Janara” nel motore di ricerca interno.

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