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martedì 19 febbraio 2019

La spada, anima del guerriero

Simbolo per eccellenza di un immaginario cavalleresco fatto di onore e combattimenti, la spada ha rappresentato l’aristocrazia e l’alto rango non solo nei campi di battaglia ma anche nella vita civile; essa è arma del sovrano, del condottiero in guerra e del gentiluomo che mai rifiuta un duello per non infangare il prestigio del nome che porta.
È stata uno strumento di iniziazione, bastava che un cavaliere toccasse con essa la spalla o la nuca di un altro uomo per ammetterlo, dopo un apposito rito, nella confraternita.
Dal punto di vista familiare era tradizione che al concepimento di un bambino gliene venisse regalata una e giunto il momento, dopo aver versato sangue e sudore esercitandosi con alcune più leggere per essere in grado di impugnarla senza fatica, poteva considerarsi realmente degno di tale dono e entrare nella società come guerriero; in altri casi non veniva data una spada nuova ma una vecchia o un frammento come artefatto delle guerre combattute in passato dagli antenati. Era consuetudine per un signore feudale donarne una a un vassallo in segno di riconoscenza per la fedeltà e gli onori che aveva dimostrato.

La spada è famosa per le numerosissime opere in cui compare e ne si può riscontrare una forte presenza nella cultura germanica; la troviamo sia nel 'Nibelungslied' (i.e. "Il canto dei Nibelunghi") che nell’Edda di Snorri ed è impugnata dall'Ase Týr, dio della guerra e della giustizia - nell’immaginario cristiano essa simboleggia la giustizia che difende i giusti ed meritevoli e punisce i malvagi ed accompagna insieme allo scettro ogni grande sovrano.
Molte spade hanno varcato il mito con gli eroi che le impugnavano partecipando insieme a loro a imprese leggendarie; una di queste è Gramr, la spada conficcata in un albero da Odino, liberata da Sigmund e usata dal figlio Sigfrido per uccidere il nano trasformato in drago Fáfnir. Altre sono Hrunting e Nægling usate dall’eroe anglosassone Beowulf.
Importantissimo per la storia e l’identità europea è poi il topos della spada nella roccia al quale spesso viene erroneamente collegata la famosissima spada forgiata da Wieland, fabbro degli dei, che nel ciclo bretone ha nome 'Excalibur' - il nome originale nella tradizione celtica era 'Caledfwlch' (i.e. "dal duro taglio"); fu donata al futuro sovrano britanno Artù dallo stregone Merlino e fece ritorno alla legittima proprietaria Viviana con l'uccisione di Artù per mano di Mordred - suo figlio illegittimo e acerrimo nemico - armato di Clarent, altra spada del padre.

Con la stessa maestria di un antico fabbro dei tempi che furono noi dobbiamo modellare la nostra vita e perfezionarla alla stregua del metallo grezzo con il quale una spada viene forgiata; solo dopo moltissime lavorazioni e perfezionamenti, in un equilibrio di potenza e maneggevolezza, la spada divenne la regina delle battaglie per secoli.

Riccardo Ghergia

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