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domenica 24 febbraio 2019

“Gl Cierv” di Castelnuovo, mito arcaico di morte e rigenerazione -Parte quinta

L’eterno grido de “Gl Cierv”

Il Cervo ancestrale, lo sciamano dei tempi remoti “parente” di quello della grotta di Ariege, il rito magico di caccia e di esorcizzazione del capro espiatorio, si sono evidentemente ammantati, per sopravvivere, della celebrazione carnevalesca e di questa Morte del Carnevale con connotazioni più popolari ma ugualmente evocative. Questa proposta di una possibile traiettoria evolutiva del rito lascia il campo a doverosi e ulteriori approfondimenti, ma appunto traccia una possibile strada diacronica per una più completa decifrazione del rito de “Gl Cierv” di Castelnuovo. Restano ancora tante considerazioni da fare. L’UomoCervo, attraverso queste lenti interpretative, ci si presenta spoglio di ogni mantello, ancorato ad un tempo arcaico senza storia, vivo nei mondi del mito e per nulla scalfito dalla modernità, pronto a incarnare, in ultima analisi, un puro e primigenio simbolo della eterna e ciclica rigenerazione della natura: una vera e propria celebrazione di questo aspetto rigenerativo e magico, che fa incontrare sullo stesso piano la furia dell’inverno, le potenze ancestrali e caotiche della natura, i riti più antichi dei popoli cacciatori e il soffio magico sciamanico, che connette l’uomo al tutto che lo circonda, gli ridona ciclicamente il suo ruolo, lo pone parte e partecipe della magia eterna della rigenerazione.

Articolo a cura di Massimiliano Palmesano, dalla pagina Facebook “Janara”, pubblicato previa permesso.
Un suo precedente ed interessantissimo scritto può essere trovato sulla sua pagina o in questo blog ricercando “Janara” nel motore di ricerca interno.

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