Articolo primo di una serie dedicata alla spiritualità preistorica e a quanto ci è dato sapere della via antica nel Paleolitico
Parlare della religiosità umana è sempre complicato, specialmente quando si parla delle religioni arcaiche, le più antiche e vere, farlo al riguardo del paleolitico, però, lo è ancora di più perché di questa fase pre-istorica sappiamo relativamente poco, essendo la stessa dominata da una cultura orale che, pur essendo per sua intrinseca natura superiore ad ogni cultura scritta, non ci ha lasciato che echi nel mito e ritrovamenti archeologici.
In questo articolo, primo di una serie che verrà redatta in futuro, cercherò di darvi una visione il più possibile completa di quanto sappiamo sulla fede dei nostri antenati più lontani e di come essi si rapportassero al sacro e agli Dèi.
Sappiamo per certo che, almeno a partire dal medio paleolitico, ma in tutta probabilità fin dalle sue origini, l’uomo ha cercato di comprendere lo spirito oltre che la carne, e di rapportarsi con il divino, seppur legate a realtà locali, come è giusto che sia in ogni realtà sana e tribale, è possibile riscontrare una ritualità nei comportamenti religiosi.
Partiamo da un chiarimento, probabilmente ridicolo per molti di voi ma necessario a spazzare via decenni, se non secoli, di mistificazione e cattiva informazione in merito: il cannibalismo rituale nel Paleolitico non è mai esistito se non nella testa di qualche studioso ottocentesco in cerca di fama, non ci sono, molto semplicemente, prove in merito, neanche mezza, né da parte dei Neanderthal, né da parte dei Cro Magnon/Sapiens Sapiens.
Non neghiamo la possibilità che questo tipo di alimentazione possa aver avuto luogo, magari in situazioni/casi limite ma da qui al definire pratica comune, e rituale, la stessa ne passa come dall’alba al tramonto.
Sappiamo per certo che già i Neanderthal solevano seppellire i propri morti, ricoprendone talvolta il corpo con fiori e monili, e attuando sistemi di inumazione complessi, comprendenti oggetti rituali quali palchi di renna, utensili ed utilizzo di ocra rossa.
Proprio questo pigmento, già presente in alcune sepolture Neanderthal ed onnipresente a partire dal Paleolitico superiore non solo nelle sepolture ma anche negli habitat, rappresenta di gran lunga il colore sacro più antico di cui si abbia notizia.
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