Visto il suo colore rosso (che poteva comunque essere adattato in un giallo o un viola tramite abbrustolimento) è lecito ipotizzare che essa fosse legata, a livello simbolico al sangue e più generalmente al fluire della vita e che quindi venisse utilizzata per cerimonie religiose quali offerte agli Dèi o agli spiriti, funerali, iniziazioni e riti propiziatori prima di una caccia.
Sono state anche ritrovate “palle” di ocra rossa, delle dimensioni di un pugno, contenenti pietre, fossili e, in alcuni casi, lame di selce, si potrebbe trattare di offerte rituali, magari, nell’ultimo caso, ad una divinità guerriera (l’offerta di armi, del resto, è pratica ben nota e documentata in quasi ogni popolo).
Questo fa, senza dubbio alcuno, dell’ocra di gran lunga il colore sacro più antico a noi conosciuto.
Al paleolitico superiore è da ascriverai uno dei ritrovamenti più significativi per la ricostruzione della spiritualità preistorica, quello delle pitture rupestri della grotta di Trois Frères, detta anche “il santuario”, fra le figure raffigurate spicca quella di una figura umanoide con corna di cervo e corpo umano, che si pensa essere una rappresentazione teriomorfa di uno stregone o di un Dio (inevitabili, in questo caso, i richiamo a Cernunnos, Dio cornuto venerato dai celti).
Ciò che possiamo riconoscere, già a partire dal paleolitico, è che i nostri antenati possedevano una propria cosmogonia con la quale interpretavano ciò che li circondava e che tramite questa conoscenza si rapportavano a ciò che non è sempre visibile, agli Dèi, agli antenati e agli spiriti di ogni luogo.
Finisce qui il primo approfondimento legato a questa tematica sulla quale, ad ogni modo, contiamo di ritornare in futuro.
Che gli Dèi vi guidino!
Ciò che possiamo riconoscere, già a partire dal paleolitico, è che i nostri antenati possedevano una propria cosmogonia con la quale interpretavano ciò che li circondava e che tramite questa conoscenza si rapportavano a ciò che non è sempre visibile, agli Dèi, agli antenati e agli spiriti di ogni luogo.
Finisce qui il primo approfondimento legato a questa tematica sulla quale, ad ogni modo, contiamo di ritornare in futuro.
Che gli Dèi vi guidino!
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