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martedì 2 aprile 2019

Spiritualità ittita - Tarhunt

Il potente, il possente

Egli è il Dio supremo nei pantheon ittita, hurrita e luvio, signore del tuono e delle tempeste.

Sappiamo molto di questo Dio, le fonti arcaiche narrano di come egli sconfisse il padre degli Dèi, un gigante di nome Kumarbi.
Questi, secondo un mito hurrita, lo aveva concepito mordendo e inghiottendo i genitali di suo padre Anu.
Altri fonti narrano del suo scontro con una creatura marina, Hedammu, probabilmente un serpente.
Veniva spesso rappresentato con una triplice folgore ed un’arma, un’ascia bipenne il più delle volte, talvolta una mazza ferrata.

Per quanto riguarda i riti ad esso legati sappiamo che quando nubi temporalesche si addensavano su una montagna era usanza compiere un sacrificio in onore del Dio, sappiamo anche che il suo animale sacro era il toro o, più generalmente, gli animali cornuti dato che esso è legato anche a questa simbologia.

Generalmente questa divinità viene collegata ad altre divinità affini di altri popoli indoeuropei, vengono del resto spontanei, per chiunque mastichi un minimo di mitologia germanica, celtica o iranica, paragoni con divinità quali Thor (Thunraz), Taranis o Turvant, sia a livello di simbologia (la folgore e l’ascia/martello sono simboli ben noti e legati a divinità specifiche) che di vera e propria mitologia, è infatti ben difficile non notare affinità con quanto viene narrato su Zeus, Urano e Crono o su Thor ed il suo scontro con Miðgarðsormr.
Nonostante queste affinità il nostro invito, come sempre, è quello a non adottare nessun genere di “interpretazione” di genere universalistico e di riconoscere anzi ad ogni divinità la propria specificità ed il proprio culto.

5 commenti:

  1. Perchè non adottare una prospettiva universalistica di una comune visione umana, ancestrale, di una figura deica universale che metta in contatto tutti i discendenti dell'evoluzione indoeuropea con i fenomeni del mistero naturale ed esistenziale che la figura di Tarhunz, Thor, Zeus, Taranis eccetera? Una considerazione specifica di differenziazione di 'ogni specifico culto', forse a causa di una mia ignoranza in materia, non sembra altro che poter creare divisioni tra i popoli eredi di queste tradizioni millenarie.

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    1. Perché l'universalismo è una caratteristica prettamente non Aria, e quindi non ci appartiene. Vi può se mai essere interpretatio, alla maniera romana (ma anche qui non bisogna abusarne) nella cui visione far rientrare la divinità pur dedicandole un culto specifico, si vede ad esempio il "Mercurio Cimbro" dei romani, che altro non è che Wodanaz/Godan, al quale era però tributato un culto diverso da quello del Mercurio "romano".
      La nostra è un'azione spirituale, non politica, e dobbiamo quindi ragionare in maniera da poter meglio servire la causa divina, null'altro.
      Detto questo dubito fortemente che i popoli indoeuropei abbiano bisogno di altro universalismo, ne hanno patito fin troppo con la monolatria d'importazione, hanno bisogno di far proprie le loro radici, sia specifiche che comuni.

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  2. Grazie dei chiarimenti, approfondirò

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  3. Grazie dei chiarimenti, approfondirò

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  4. Grazie dei chiarimenti, approfondirò

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