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giovedì 22 novembre 2018

Credenze e culti pagani fra gli Slavi

Nelle prime comunità slave la percezione delle forme spirituali permeava tutti gli aspetti del vivere quotidiano e le diverse fasi della vita dell'uomo. Il forte animismo della cultura slava è evidente anche sul piano linguistico nella categoria grammaticale dell'animato-inanimato. Prima che il cristianesimo mettesse le proprie radici nel mondo slavo, si erano sviluppati miti, credenze e forme culturali legate alla natura, al ciclo delle stagioni e della vita, alla morte e al culto dei defunti, che sopravvivendo in forme diverse hanno manifestato una lunga durata. Si possono, dunque, ricostruire diversi livelli nelle credenze e nei culti dei primi salvi.

- Il culto degli spiriti e il dendrismo -

Si deve osservare in primo luogo il profondo legame del mondo slavo con la foresta e il legno. L'uomo slavo credeva all'esistenza degli spiriti della foresta e praticava il culto degli alberi (dendrismo). Dallo spirito della foresta dipendeva una caccia fruttuosa o la protezione del bestiame. Si veneravano poi gli spiriti delle acque e dei campi, presenti nel folclore e resi famosi dalla letteratura. L'essere più terribile e pericoloso era la Baba-Jaga, strega antropofaga protagonista delle fiabe russe, ma conosciuta presso tutti i popoli slavi.
Ben diversa è la natura dello spirito dendrico. L'albero era percepito in senso antropomorfo. Spesso legato al destino di un uomo o esito della sua trasformazione, poteva assumere perfino la funzione di proteggere una famiglia o una comunità. Ancora nel XX secolo abbiamo notizia di alberi sacri che venivano recintati, presso i quali il prete svolgeva determinati riti. Si tratta ovviamente di una commistione fra elementi di culto dendrico e del cristianesimo che si manifesta a più riprese, in determinate aree del mondo slavo. Tali fenomeni di commistione appaiono di tale evidenza nel mondo slavo orientale da spingere la critica storica sovietica a poi russa a parlare di "doppia fede".
Nella civiltà slava si credeva che uno spirito avesse dimora anche nella casa costruita in legno. Possedevano uno spirito persino il locale dedicato alla sauna, l'essiccatoio e lo stabulo dei maiali, per citarne solo alcuni testimoniati dal folclore russo. Le case erano costruite interamente in legno ed erano prive di qualunque elemento in ferro, a lungo considerato dagli slavi un elemento impuro.
All'estremità dell'isba [1] opposta alla stufa si trovava l'angolo del culto degli antenati, presso cui probabilmente venivano conservate le loro ceneri. Più tardi vi si collocarono le immagini sacre. Anche la slitta che, sia nei mesi invernali sia nei mesi estivi, accompagnava il defunto al luogo della sua cremazione e inumazione, era completamente costruita in legno. Persino per i carri e le imbarcazioni non si ricorreva al ferro, facendo pensare che questo materiale costituisse un vero e proprio tabù per la civiltà slava, oltre che a ragioni di carattere economico. In epoca più recente si verificarono fenomeni di resistenza all'introduzione dei vomeri in ferro, che avrebbero in qualche modo ferito la terra.

Fonti:
- "Gli Slavi" Marcello Garzaniti

Note:
- [1] Tipica abitazione rustica della Russia, a uno o a due piani, interamente costruita di tavole di

legno e di tronchi d'albero.


Articolo in collaborazione con la pagina Facebook “Slavic Polytheism and Folklore notes”

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