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domenica 25 novembre 2018

L’uomo di Neanderthal, antico abitante d’Eurasia parte terza

Passiamo ora ad un argomento più “mondano” ma non per questo meno importante, il Neanderthal aveva consapevolezza di sé? 

Curava in qualche modo il proprio aspetto e come veniva “percepito” dagli altri membri del suo gruppo? Anche in questo caso, come ormai avrete intuito, la risposta è affermativa.

Diversi ritrovamenti (i più famosi sono quelli della grotta di Krapina, ma ve ne sono numerosi) provano che era diffuso l’uso a scopo ornamentale di collane di ossa e artigli, così come l’uso di piume di volatile a scopo ornamentale, è inoltre dimostrato l’uso di ocra rossa, utilizzata come tintura per oggetti decorativi (è stata ritrovata una collana di conchiglie colorata in questo modo) o per il proprio corpo.

In definitiva è possibile affermare che l’uomo di Neanderthal non solo possedeva consapevolezza della propria immagine ma che sapeva anche che determinate accortezze potevano renderla più gradevole (o spaventosa, o autorevole, alla bisogna) agli occhi dei propri simili, un comportamento che più “moderno” non si può. Aggiungiamo a questo un fatto: è a questo nostro antenato che va attribuita l’invenzione della musica, lo strumento musicale più antico del mondo è infatti un flauto ritrovato nella grotta di Divje Babe, in Slovenia, risalente a circa 60000 *sessantamila* anni fa, più antico di ben 24000 *ventiquattromila* anni rispetto al primo strumento paragonabile attribuito all’uomo sapiens. 

Non male per quello che era considerato, fino a pochi decenni fa, poco più che uno scimmione vagamente umano.

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