Passiamo ora ad un argomento più “mondano” ma non per questo meno importante, il Neanderthal aveva consapevolezza di sé?
Curava in qualche modo il proprio aspetto e come veniva “percepito” dagli altri membri del suo gruppo? Anche in questo caso, come ormai avrete intuito, la risposta è affermativa.
Diversi ritrovamenti (i più famosi sono quelli della grotta di Krapina, ma ve ne sono numerosi) provano che era diffuso l’uso a scopo ornamentale di collane di ossa e artigli, così come l’uso di piume di volatile a scopo ornamentale, è inoltre dimostrato l’uso di ocra rossa, utilizzata come tintura per oggetti decorativi (è stata ritrovata una collana di conchiglie colorata in questo modo) o per il proprio corpo.
In definitiva è possibile affermare che l’uomo di Neanderthal non solo possedeva consapevolezza della propria immagine ma che sapeva anche che determinate accortezze potevano renderla più gradevole (o spaventosa, o autorevole, alla bisogna) agli occhi dei propri simili, un comportamento che più “moderno” non si può. Aggiungiamo a questo un fatto: è a questo nostro antenato che va attribuita l’invenzione della musica, lo strumento musicale più antico del mondo è infatti un flauto ritrovato nella grotta di Divje Babe, in Slovenia, risalente a circa 60000 *sessantamila* anni fa, più antico di ben 24000 *ventiquattromila* anni rispetto al primo strumento paragonabile attribuito all’uomo sapiens.
Non male per quello che era considerato, fino a pochi decenni fa, poco più che uno scimmione vagamente umano.
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