Cerca nel blog

lunedì 26 novembre 2018

L’uomo di Neanderthal, antico abitante d’Eurasia parte quarta

Arriviamo ora alla conclusione di questo articolo, non ci rimane che una sola domanda alla quale rispondere: che fine ha fatto questo nostro antenato? Per più di un secolo studiosi di ogni tipo hanno analizzato la questione formulando decine di ipotesi che potessero spiegare la repentina sparizione di questo protagonista della preistoria euroasiatica, fino a quando, nel 2010, il genetista Svante Pääbo non ha risolto la situazione analizzando un campione di DNA mitocondriale proveniente dallo scheletro di Mettmann.

Il Neanderthal non si è mai estinto, il suo DNA vive in noi. 

Tutti gli abitanti nativi dell’Eurasia e delle Americhe infatti portano nel proprio corredo genetico una percentuale variabile (generalmente da 1 al 5%) di DNA Neanderthal.

L’ipotesi più probabile, ad oggi, è infatti che l’uomo sapiens, più numeroso, abbia lentamente “assorbito”, nel corso delle svariate migliaia di anni durante le quali vi è convissuto, il suo meno numeroso cugino. 

Come sia avvenuto questo contatto rimane un mistero, ma è lecito sospettare che sia avvenuto in maniera “mista” sia pacificamente che per mezzo di eventi “bellici”. 


Questo è quanto, ad oggi, ci è dato sapere sui nostri arcaici antenati che un tempo, prima dell’arrivo dell’uomo sapiens, vissero e prosperarono nel nostro amato continente per centinaia di migliaia di anni. 


Anche a loro, come a tutti gli antenati, va tributato il giusto rispetto, ricordatelo quindi, di tanto in tanto, nei vostri sacrifici.

Nessun commento:

Posta un commento