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sabato 13 ottobre 2018

Baldr

Stando a quanto sostenuto da Jacob Grimm nellʼundicesimo capitolo del suo scritto ʻDeutsche Mythologieʼ (i.e. “Mitologia germanica”, 1835), il teonimo norreno Baldr deriverebbe da quellʼaggettivo maschile protogermanico *balþaz il cui significato è “audace” e che è antesignano del gotico balþs, dellʼantico alto tedesco pald e del sassone bald i quali condividono con il suddetto il medesimo significato.
Nel secondo incantesimo di Merseburgo (i.e. “Merseburger Zauberspüche”) è riportato il teonimo Balder, il corrispettivo di Baldr in antico alto tedesco.
Attestazioni in latino di questo teonimo sono presenti in opere come ʻGesta Danorumʼ di Saxo Grammaticus dove Baldr è noto con i nomi di Balderus e di Fjallerus. Fjallerus è legato allo scandinavo Falr (i.e. Fjalarr) il quale presenta forti somiglianze con un certo Phol menzionato sul principiare del testo del secondo incantesimo di Merseburgo; stando agli scritti di Calvin Thomas questi non sarebbe altro che Baldr stesso.

Non si può trascurare però la forte correlazione fra questo teonimo norreno e gli aggettivi baltas in lituano e balts in lettone il cui significato è “bianco”.
Nella tradizione sassone continentale Baldr è noto come Baldag mentre in quella anglosassone è noto come Bældæg (i.e. Beldeg, attestato nella ʻHistoria Brittonumʼ di Nennio come Beldeyg). Entrambi questi teonimi presentano al loro terminare il suffisso -dag derivante dal sostantivo maschile protogermanico *dagaz (i.e. “giorno”) unito alla radice baltica degli aggettivi baltas e balts.

Il teonimo Baldr assumerebbe così la connotazione di “bianco giorno” la quale Grimm preferisce alla più semplice connotazione di “audace” dacché richiama espressamente un passo del ʻGylfaginningʼ (i.e. “inganno di Gylfi”, Edda in Prosa) che ora segue:

“Annarr son Óðins er Baldr, ok er frá honum gott at segja. Hann er beztr, ok hann lofa allir. Hann er svá fagr álitum ok bjartr svá at lýsir af honum [...] Hann er vitrastr ásanna ok fegrst talaðr ok líknsamastr. En sú náttúra fylgir honum at engi má haldask dómr hans.”

“Il secondo figlio di Óðinn è Baldr, e di lui si deve davvero parlar bene. È il più buono e tutti lo elogiano. È così bello d'aspetto, e così lucente, da irradiare splendore [...] Egli è il più saggio degli Æsir, il più raffinato nel parlare e il più gentile. Possiede questa virtù naturale: che nessuno può opporsi al suo giudizio.”

Stando a questo estratto, lʼAse Baldr è figlio di Óðinn e di Frigg e quindi fratello di Höðr e fratellastro di Váli. Da altre fonti apprendiamo che egli è sposo di Nanna e padre di Forseti (i.e. “colui che presidia”) Ase che amministra la giustizia in Ásgarðr avendo ereditato dal padre la virtù dʼessere da tutti rispettato. In Ásgarðr, per conto degli Æsir, Baldr fu reso governatore di Breðablik (i.e. “ampio splendore”) terra nella quale si trovano poche rune funeste.
Egli è un Ase di incredibile bellezza come attestato dal passo del ʻGylfaginningʼ che ora
segue:

“ [...] ok eitt gras er svá hvítt at jafnat er til Baldrs brár. Þat er allra grasa hvítast, ok þar eptir mátþu marka hans fegrð bæði á hár ok á líki.”

“ [...] c'è un fiore così bianco da essere paragonato alle sopracciglia di Baldr. Esso è fra tutti i fiori il più candido e da questo puoi intuire la bellezza di Baldr, sia dei capelli che del sembiante.”

Egli è attestato in molti scritti della tradizione nordico islandese e della letteratura latina i quali restituiscono differenti versioni della sua morte e della causa che lʼha scatenata:

- Nella ʻVöluspáʼ (i.e. “Profezia della Veggente”) contenuta nellʼEdda Poetica si accenna alla sua morte causata da un rametto di vischio e di come dopo il Ragnarǫk egli tornerà dal Helheimr (i.e. “regno di Hel”).

- Nel ʻBaldrs draumarʼ (i.e. “i sogni di Baldr”) poema contenuto nellʼEdda Poetica si narra di come Óðinn, in seguito a dei sogni nefasti avuti da Baldr, decida di scendere sino al Niflhel (i.e. “inferno delle nebbie”) in sella al suo palafreno Sleipnir per interrogare sul destino del figlio una Völva (i.e. “veggente”) morta da tempo. Questa rivelerà ad Óðinn che Höðr ucciderà suo fratello Baldr e che Váli vendicherà la morte di questʼultimo.

- NellʼEdda in Prosa Snorri Sturluson narra in maniera più dettagliata la morte di Baldr. In seguito ad un sogno profetico fatto sia da Baldr che da sua madre sulla morte del primo, Frigg costrinse ogni cosa presente sulla terra a giurare di non arrecare mai danno alcuno al figlio; fra queste tutte prestarono giuramento eccetto un cespuglio di vischio. Quando lʼAse Loki venne a conoscenza di ciò fabbricò una lancia da questo cespuglio - in versioni manoscritte successive si parla di una freccia - e la consegnò a Höðr, il fratello cieco di Baldr, il quale assieme al resto degli Æsir indulgeva nel passatempo di tirare oggetti contro Baldr ché questi non ne riceveva danno alcuno. Nellʼistante in cui Höðr colpì il fratello con la lancia di vischio questi morì. Óðinn si unì allora con la gigantessa Rindr la quale partorì Váli che divenuto adulto in un giorno vendicò Baldr uccidendo Höðr. Il corpo di Baldr fu cremato sulla sua enorme nave dal nome di Hringhorni (i.e. “vascello con un disco sulla prua”) e la moglie Nanna si gettò su di lui fra le fiamme in attesa del Ragnarǫk; solo allora si sarebbe riunita con il suo sposo.

- Secondo le ʻGesta Danorumʼ di Saxo Grammaticus la morte di Balderus, ivi descritto come un semidio, è da ascriversi alla rivalità fra questi ed Høtherus (i.e. Höðr) per la mano di Nanna, figlia del re di Norvegia Gewar. Høtherus, ben conscio della natura semidivina di Balderus, affrontò questʼultimo armato di una spada incantata dal nome ʻVischioʼ e con questa lo ferì mortalmente.

- Nel ʻChronicon Lethrenseʼ (i.e. “Cronache di Lejre”, opera danese del XII secolo scritta in latino) e nella sua ripartizione che va sotto il nome di ʻAnnales Lundensesʼ (i.e. “gli Annali di Lund”) si narra di come Hother (i.e. Höðr) re dei Sassoni dopo aver ucciso in battaglia Balder figlio di Othen (i.e. Óðinn) cercò di attaccare battaglia con Othen e Thor ma venne ucciso da Both, fratellasto di Balder.

Infine, nonostante le ampie testimonianze scritte sono ben pochi i toponimi legati allʼAse Baldr e molti di questi risalgono allʼetà moderna o contemporanea.

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